Gara per il WiMax: per la Valle partecipano 5 soggetti. E (forse) arriverà la banda larga

Il Ministero delle Comunicazioni ha aperto le buste per aggiudicare le frequenze della banda larga senza fili. Anche in Valle potrebbe arrivare questa nuova tecnologia. Ma solo se, chi si aggiudica la frequenza, installerà le infrastrutture.
Economia

“Si è conclusa la fase di apertura delle buste contenenti le offerte iniziali per la gara WiMax per l’assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze per il BWA (Broadband Wireless Access) nella banda 3,4-3,6 GHz”. La notizia arriva dal Ministero delle Comunicazioni che ha reso noti  i partecipanti per i bandi relativi alle regioni e alle macro regioni.

Per la Valle d’Aosta sono cinque le offerte ritenute valide:

Assomax srl – Nettare srl (con un’offerta iniziale di 60.000 euro), la Ariadsl spa (con un’offerta iniziale di 40.001 euro) la A.f.t. spa 40.000,00 (con un’offerta iniziale di 40.000 euro), la Ribes – Hal Service – Lan Service – Informatica System – Tex97 – B.B.Bell (con un’offerta iniziale di 40.000 euro) e la  Elettronica Industriale spa (con un’offerta iniziale di 40.000 euro). E’ alta la probabilità, quindi, che anche la Valle d’Aosta possa avere un servizio di connessione in banda larga capillare, a condizione, però, che chi si aggiudica la frequenza proceda all’installazione delle infrastrutture.

Si conclude così soltanto la prima fase della gara: è in programma per il 13 febbraio prossimo nella sede del Ministero l’asta con i miglioramenti competitivi.

A livello nazionale sono arrivate 179 offerte iniziali valide per tutti i 35 diritti d’uso (14 macroregionali e 21 regionali/provinciali). “Allo stato attuale non vi sono aree per le quali sia stato possibile procedere all’assegnazione immediata dei diritti d’uso – si legge in una nota del Ministero delle Cmunicazioni – quindi si procederà ovunque alla fase d’asta coi miglioramenti competitivi.

Attraverso i sistemi BWA vengono sfruttate le onde radio per offrire all’utente l’accesso alla “banda larga”: sarà così possibile coprire aree geografiche più difficilmente raggiungibili o attualmente poco remunerative per gli operatori, contribuendo in modo decisivo alla riduzione del divario digitale, con connessioni ad alta velocità fino a 74 Mbit/s, in un raggio di circa 50 chilometri dal singolo punto di propagazione (rispetto invece alle poche decine di metri della tecnologia WiFi).

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