Confrontare per migliorarsi. E' questo, spiegato in parole povere, il Benchmarcking, metodologia di misurazione adottata dagli enti locali della Regione. Il progetto è stato presentato nel pomeriggio di oggi, martedì 20 gennaio, in una conferenza stampa che si è svolta nelle sale del Bim in piazza Narbonne.
Il progetto ha preso vita circa una decina di anni fa, e oggi iniziano a vedersi i primi risultati. Tutto parte con il “Progetto contabilità” che riguardava i 74 comuni valdostani e le 8 comunità montane. L’obiettivo era anche quello di applicare un controllo di gestione.
Il progetto ha preso vita circa una decina di anni fa, e oggi iniziano a vedersi i primi risultati. Tutto parte con il “Progetto contabilità” che riguardava i 74 comuni valdostani e le 8 comunità montane. L’obiettivo era anche quello di applicare un controllo di gestione.
«Si tratta di un sistema impegnativo – ammette il presidente della Regione, Augusto Rollandin – ma che presenta notevoli vantaggi. In questo caso i comuni sono stati più virtuosi della Regione che non ha ancora strumenti di contabilità analitica». Si tratta di una contabilità di tipo analitico che prende a riferimento il costo, cioè l’onere che deriva dall’effettivo uso delle risorse, e non la spesa. Questo permette di capire quali sono i costi effettivi dei servizi erogati.
Il progetto è coordinato dal Cpel (Consiglio permanente enti locali) e dalla Regione. L’aspetto più significativo è che sono presi in esame tutti i comuni valdostani. Diventa così possibile fare dei paragoni tra realtà simili. Due sono stati gli esempi concreti illustrati nel corso della conferenza: i costi delle mense scolastiche e quello dello sgombero neve. Si è visto che il costo medio di un pasto è, in Valle, di 12,62 euro e che il costo del singolo pasto diminuisce all’aumentare del numero complessivo dei pasti. In questo modo, il comune o l’ente che gestisce la mensa è in grado di vedere quanto spendono gli altri e capire se organizzando il servizio in modo diverso sia possibile risparmiare. Quello della mensa è però solo un esempio, in quanto vengono raccolti i dati relativi a ogni servizio erogato.
Il presidente del Celva, Elso Gerandin, ha spiegato l’utilità di questo strumento che «permette di motivare le scelte politiche dell’ente che viene a conoscenza di più aspetti e che soprattutto può confrontarsi con realtà simili, e quindi scegliere in modo consapevole». Ne emerge una graduatoria, nella quale si vede chi spende di più e chi di meno, ovvero chi si allontana di più dai costi medi, ammortizzando o meno la spesa. «Ma – precisano i due Presidenti -, non si tratta di una graduatoria qualitativa. Per valutare la qualità di un servizio occorre prendere in esame altri fattori. Lo scopo non è di tipo punitivo, è piuttosto un prezioso strumento per poter valutare i risultati della propria gestione».