Infuria la polemica sul disegno di legge sulle residenze alberghiere

Con il dibattito pubblico di ieri, mercoledì 9 giugno, l’assessorato al turismo ha spiegato le novità legislative in arrivo. Il frazionamento alberghiero consentirà l’introduzione di nuove formule di accoglienza. Perucca: “Una soluzione improponibile”.
Il vertice Adava
Economia

"Contiamo di firmare il disegno di legge entro un mese". Non ha esitazioni l'assessore al turismo Aurelio Marguerettaz, nel dichiarare le nuove norme sulle residenze turistico alberghiere cosa fatta, o quasi. La principale novità è la possibilità di frazionare le residenze turistiche alberghiere in più appartamenti. Il provvedimento ha già fatto molto discutere, nel bene e nel male. Ieri sera il salone del palazzo regionale ha ospitato un dibattito pubblico sull'argomento. In platea, oltre ovviamente agli albergatori, c'era anche un nutrito parterre di esponenti della politica regionale, della maggioranza e dell'opposizione, e l'atmosfera era indubbiamente elettrica. La serata è stata organizzata principalmente per presentare una delle possibili soluzioni alla crisi che anche il settore del turismo sta affrontando, e un'eventuale applicazione del nuovo disegno di legge in fase avanzata di studio.

Il relatore, Frédéric Durousseau, responsabile della pianificazione strategica di Pierre & Vacances, ha parlato dell'esperienza quarantennale del proprio gruppo, che ha fatto della formula delle residenze turistiche alberghiere (Rta), e in generale della sinergia tra sviluppo immobiliare ed espansione turistica, la propria forza. Una Rta è un complesso di appartamenti ammobiliati da affittare a una clientela turistica per un tempo limitato, e in grado di offrire vari servizi, come ad esempio l'accoglienza, le pulizie, il cambio della biancheria e la colazione. Il gruppo francese gestisce innumerevoli Rta in molti paesi d'Europa, ma in Italia finora non ha riscosso successo. Terminata la presentazione della proposta Pierre & Vacances, è cominciata la ridda degli interventi e delle domande.

Silvana Perucca, la presidente dell'Adava, associazione degli albergatori valdostani, ha preso immediatamente la parola, e in francese, in ossequio alla nazionalità dell'ospite, ha spiegato punto per punto cosa non apprezzava della proposta di importare un certo modello di espansione turistica. "E' una soluzione improponibile per la nostra regione" ha esordito. "In primo luogo le strutture di grandi dimensioni hanno un impatto ambientale negativo, in conflitto con i piani urbanistici comunali. In secondo luogo i gruppi industriali standardizzano e omologano l'accoglienza, l'offerta e i prezzi. Otterremmo l'effetto Club Med: i turisti di anno in anno cambiano destinazione, privilegiando la marca rispetto al territorio. Noi vogliamo, al contrario, evidenziare la specificità valdostana, che è il motivo per cui i turisti ci scelgono. Inoltre – ha aggiunto – con la crisi del settore, per ogni camera occupata ce ne sono tre vuote, quindi non abbiamo bisogno di creare posti letto in più, quanto piuttosto di riempire quelli esistenti. Il modello a cui dobbiamo guardare, perché simile al nostro per cultura imprenditoriale, è quello trentino, dove il mestiere di albergatore è di una tradizione familiare, e i gestori sono proprietari e vivono in loco, a contatto con il territorio e la sua gente. Anche il Piano marketing strategico regionale sostiene che dobbiamo puntare alla qualificazione dell'offerta, perché non attireremo mai le masse. Ricordo, infine, che le catene alberghiere e i grandi alberghi in Valle d'Aosta falliscono".

Le ha fatto eco Roberto Louvin, capogruppo dell'Alpe, riprendendo, in sostanza, le stesse argomentazioni, e auspicando "un'evoluzione controllata del settore turistico". La risposta di Marguerettaz non si è fatta attendere. "Sono in sintonia con le preoccupazioni espresse dalla signora Perucca – ha affermato – ma posso assicurare che abbiamo disciplinato la materia in modo da scoraggiare i furbi e gli speculatori, anche mediante sanzioni. Sono state inserite regole specifiche per la tutela dell'ambiente e del paesaggio. Inoltre la rentabilità di una Rta è quasi immediata, mentre troppo spesso chi ha un hotel deve attendere la terza generazione per raccogliere i frutti del proprio lavoro, e patisce una certa rigidità normativa. Noi vogliamo che il settore riprenda slancio,perciò abbiamo elaborato una legge che agevola questo tipo di soluzioni, poi sta al territorio accoglierle o meno".

Il pubblico, un po' frastornato da tante novità, si è diviso. C'è chi ha chiesto al relatore francese ragguagli riguardo alle Rta, per valutarne costi e benefici, e chi ha intravisto, dietro le nuove normative in preparazione, una nuova forma di saldatura tra governo regionale e "lobby dei costruttori". Ai posteri l'ardua sentenza. La legge, intanto, si farà, salvo colpi di scena, ma l'opposizione già si prepara a dare battaglia.

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