La cannabis light è illegale, tra le aziende e i negozi valdostani regna l’incertezza

La norma inserita nel Decreto-Legge Sicurezza colpisce duramente il settore, con oltre 3.000 aziende e 30.000 lavoratori a rischio in Italia e ripercussioni immediate anche in Valle d’Aosta, tra chi pensa di chiudere e chi spera in una soluzione.
Canapa Piccolo laboratorio alpino
Economia

La cannabis un tempo conosciuta come legale è illegale. Nessuna differenza tra la cannabis light, che si vendeva in tabacchini e negozi in diverse forme per le sue varie proprietà, e la marijuana, da sempre considerata droga in Italia. Lo ha stabilito l’articolo 18 del cosiddetto Decreto-legge Sicurezza, entrato in vigore da sabato 12 aprile dopo la firma da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e già pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Una situazione già nell’aria da tempo e che aveva iniziato ad essere sempre più concreta un anno fa, con la proposta di emendamento al Disegno di Legge Sicurezza.

Sostanzialmente, “al fine di evitare che l’assunzione di prodotti costituiti da infiorescenze di canapa (Cannabis sativa L.) o contenenti tali infiorescenze possa favorire, attraverso alterazioni dello stato psicofisico del soggetto assuntore, comportamenti che espongano a rischio la sicurezza o l’incolumità pubblica ovvero la sicurezza stradale”, […] “sono vietati l’importazione, la cessione, la lavorazione, la distribuzione, il commercio, il trasporto, l’invio, la spedizione e la consegna delle infiorescenze della canapa coltivata ai sensi del comma 1 del presente articolo, anche in forma semilavorata, essiccata o triturata, nonché di prodotti contenenti o costituiti da tali infiorescenze, compresi gli estratti, le resine e gli oli da esse derivati. Si applicano le disposizioni sanzionatorie previste dal titolo VIII del testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309.  È consentita solo la lavorazione delle infiorescenze per la produzione agricola dei semi di cui alla lettera g-bis) del comma 2”.

“In Italia potenziale fallimento di oltre 3.000 aziende, con la conseguente perdita di 30.000 posti di lavoro”

Le associazioni italiane – Associazione Canapa Sativa Italia, Associazione Sardinia Cannabis, Associazione Resilienza Italia Onlus, Associazione Imprenditori Canapa Italia, Federcanapa, Canapa delle Marche, UPCBD, EIHA e con il sostegno delle principali organizzazioni di categoria come Coldiretti, Confagricoltura, CIA, COPAGRI, CNA agroalimentare, UNCI, Liberi Agricoltori, Altragricoltura e Associazione Florovivaisti Italiani – sono già sul piede di guerra e hanno annunciato azioni legali, dai ricorsi al TAR agli interventi presso la Corte Costituzionale e la Commissione Europea.

“Le ragioni dell’intervento suscitano forti dubbi di costituzionalità, oltre che di compatibilità con la normativa eurounitaria”, scrivono gli avvocati Giacomo Bulleri e Carlo Alberto Zaina. “Il ricorso agli organi giurisdizionali competenti appare quantomai necessario per porre rimedio ad una norma che – da un giorno all’altro – rende illecito un intero settore produttivo agro industriale senza alcun fondamento logico, scientifico e giuridico”.

Si stima infatti che “con questa norma, il Governo non sta solo regolamentando un settore: sta distruggendo una realtà economica, annientando investimenti che hanno costruito un futuro e causando un potenziale fallimento di oltre 3.000 aziende, con la conseguente perdita di 30.000 posti di lavoro”, “mettendo in ginocchio un intero settore che genera un valore stimato di circa 2 miliardi di euro”.

Assurdità nell’assurdità, da nessuna parte è ancora specificato cosa fare della merce in negozio o in magazzino: distruggere tutto? Tenere da parte? Vendere? Gli avvocati Claudio Miglio e Lorenzo Simonetti di Tutela Legale Stupefacenti consigliano di “stoccare la merce in un locale non adibito alla vendita” con alcuni disclaimer. “Oggi come ieri, secondo il nostro parere, la detenzione e la vendita delle infiorescenze prive di efficacia drogante non costituiscono reato ai sensi della Legge Stupefacenti. Secondo costante e granitico diritto giurisprudenziale, la commercializzazione delle infiorescenze di canapa industriale non è una condotta penalmente rilevante se la “sostanza” non è offensiva, ovvero se non reca efficacia drogante. Il Decreto-legge nulla cambia sotto il profilo penale e, dunque, la merce stoccata nel negozio o nel magazzino, così come poteva essere sequestrata prima della sua (probabile) entrata in vigore, potrà esserlo dopo la sua pubblicazione. Il sequestro, infatti, ha la funzione di accertare la concreta efficacia drogante del prodotto”.

Anche in Valle d’Aosta aziende verso la chiusura: “È tutto un grande punto interrogativo, non ne vale più la pena”

La cannabis light resa illegale avrà importanti ripercussioni anche in Valle d’Aosta, tra produttori e rivenditori. Nato nel 2018, il Piccolo Laboratorio Alpino di Verrayes è una dell più importanti realtà valdostane di coltivazione e produzione di prodotti a base di cannabis light, dalle infiorescenze all’olio di CBD, ed ora Daniele Pierini potrebbe vedere la fine della sua “creatura”. “È una situazione assurda, un logorio continuo iniziato due anni fa che nel tempo ha eroso il mercato, tenendoci tutti nell’insicurezza”, dice. “La situazione è incerta, c’è chi decide di andare avanti facendo una sorta di “disobbedienza civile”, chi ha paura e decide di mettere tutto in stand-by, e chi ha deciso di chiudere. La canapa che ha un livello di THC inferiore allo 0,5% è giuridicamente comprovato che non ha efficacia drogante, non è offensiva e quindi non rientrerebbe nel decreto e potrebbe essere venduta. Ma ovviamente ora ci saranno molti più controlli, quindi il rischio è che ci siano dei sequestri e poi saranno i giudici a pronunciarsi, ma i tempi ed i costi sono sicuramente elevati. Bisogna vedere se ne vale la pena, valutare il rapporto costi/benefici”.

Un altro aspetto importante è quello dei clienti, in particolare di quelli che utilizzavano l’olio di CBD per i suoi benefici: “Spesso pensiamo solo alle infiorescenze ad uso ricreativo, ma una parte molto importante sulla quale puntavamo è l’olio di CBD, e quindi l’area del benessere e della salute. Mi hanno scritto moltissime persone indignate perché loro o i loro familiari non potranno più beneficiare delle sue proprietà e dovranno ritornare ad utilizzare farmaci anche molto potenti e con gravi effetti collaterali”.

Daniele Pierini, che con il Piccolo Laboratorio Alpino vendeva in tutta Italia e stava progettando di espandere il mercato anche all’estero, non ha ancora deciso come procedere: “Sinceramente sono molto stanco, mi hanno fatto passare la voglia. È triste dover chiudere un’attività che funzionava bene e che ci è costata anni di investimenti, passione, fatiche e soddisfazioni: è da già diverso tempo che sono costretto a tenere il regime dell’azienda al minimo senza fare grossi investimenti… non è di certo un buon clima in cui continuare a lavorare serenamente”. L’idea è quella di non smantellare la sovrastruttura della sua azienda, ma tenersi pronti nel caso si potesse andare avanti in qualche modo: “Sto cercando di capire se partire con qualcos’altro sempre nel settore agricolo, o sviluppare nuove idee. Abbiamo un bed&breakfast, ma non basta per vivere bene. È tutto un grandissimo punto interrogativo”.

Se FiorFior di Canapa non è più attiva (sito e numero di telefono non funzionano più, la pagina Instagram è stata cancellata e quella Facebook è ferma da settembre 2024), Daniele Morzenti, nella sua azienda agricola che realizza principalmente formaggi di pecora e vende carne di agnello, produceva anche infiorescenze da vendere ai tabacchini, così come birra e formaggi affinati alla canapa: “Momentaneamente dovremo interrompere tutto finché non verrà chiarita la situazione”, dice. “Adesso avremmo dovuto iniziare a seminare e fare gli innesti, ma credo che quest’anno staremo fermi con questa attività. Dobbiamo anche capire cosa fare con le rimanenze che abbiamo in magazzino. Io credo che, come è successo in Francia qualche anno fa, l’Unione Europea interverrà a nostro favore, ma ci vorranno parecchi mesi”.

Il Grow Shop di via Monte Vodice ad Aosta era rimasto l’ultimo baluardo tra i negozi fisici del capoluogo, dopo la graduale chiusura degli altri esercizi. Un primato destinato a restare ancora per poco: “Dalla prossima settimana diminuirò drasticamente le ore, se le cose non cambiano la mia idea è di resistere fino a fine anno e poi chiudere”, dice Andrea Foglia, il titolare. Il negozio non vende solo infiorescenze o prodotti a base di cannabis light, ma anche attrezzatura per la coltivazione come lampade e simili, anch’esse destinate a diventare inutili: “Sto portando via tutta la merce che non si può vendere, anche se non ci sono indicazioni su cosa farne. La parte legata al CBD era il grosso della mia attività, come il pane per una panetteria, il caffè per un bar. Se continua così non vale proprio la pena tenere aperto”. Il Grow Shop è aperto da sette anni e si rifornisce (riforniva) da alcuni produttori valdostani, “ma anche loro non sanno cosa fare, dovrebbero partire adesso con la semina”. Per Foglia il piano B c’è: “Ho aperto una società all’estero, perché lì ti permettono di lavorare. Se il governo farà un passo indietro terrò le due cose, altrimenti mi trasferirò all’estero”.

“Io sono una sorta di broker, di intermediario, con la mia azienda Après Sky tratto con coltivatori di tutta Italia e mi occupo di vendere poi ad una trentina di esercizi commerciali qui in Valle d’Aosta”, dice Gigi Russo. “Da quando ho iniziato è sempre stato un punto interrogativo, quindi ho preferito non andare oltre e rimanere un po’ cauto. Tanti clienti hanno abbandonato proprio per queste incertezze che ci sono sempre state, ora in molti mi stanno chiedendo cosa succede. La situazione non è semplice, ci sono aziende che hanno stoccato chilogrammi di merce e ora non sanno cosa succederà”.

Per Giampiero Semeraro la coltivazione della canapa non è solo un lavoro, ma una vera passione ed una scelta di vita. Conosce a fondo e racconta le proprietà della pianta, i suoi usi, e tutta la legislazione. Dal 2018 ha deciso di aprire la sua azienda agricola individuale proprio dedicata alla produzione di cannabis light, che vende poi al dettaglio o a tabacchini, negozi e bar. Il Decreto Legge non l’ha colto di sorpresa, “siamo sempre stati un settore un po’ borderline, ma sono dell’idea che sia una situazione transitoria, o più che altro me lo auguro. Sto cercando di capire nel concreto perché la questione non è ancora chiara, ci sono tante lacune, oltre ai risvolti negativi legati all’economia, alla società, alla libertà delle persone. Non si capisce quale fosse l’urgenza di questo decreto, eppure ancora oggi non sappiamo cosa dobbiamo fare di quello che abbiamo. Io sono andato dai miei rivenditori e ho lasciato loro la scelta, se volessero stoccare il prodotto o che io glielo ritirassi. Anche tra di loro ci sono posizioni diverse. Se ci dicono di distruggere il prodotto io credo che farò un falò con tutte le infiorescenze, stile L’erba di Grace”, dice scherzando. “Ridiamo per non piangere”.

Semeraro aveva già deciso di non iniziare la coltivazione quest’anno, per smaltire alcuni esuberi di prodotto, “anche se la questione della coltivazione è il meno: se le piante sono intere, non c’è niente di illegale. Il problema è tutto il resto. Dall’oggi al domani hanno detto che siamo fuorilegge, non essendoci termini attuativi appositi rientriamo nella legge sugli stupefacenti, la 309/90, rischiando fino a 6 anni di galera e 77 mila euro di multa. È una situazione paradossale. Le tasse, il commercialista e altre cose bisogna continuare a pagarli, ma non possiamo incassare più niente. Ci sono famiglie che hanno investito in questo settore, e ora si sta facendo di tutto per distruggerlo, mettendole al tappeto. Equiparare la cannabis light alla marijuana è un po’ come dire che la salvia che si usa in cucina è illegale perché è della stessa famiglia della Salvia divinorum, che è considerata droga”.

Il 38enne valdostano analizza poi l’evoluzione del settore, in cui lui ha creduto dagli albori: “Qualcuno ha iniziato solo per business quando c’è stato il boom, e tutte le vicissitudini di questi anni hanno un po’ fatto una sorta di selezione. È rimasto chi ci credeva davvero, chi ha avuto intenzione di portare avanti il settore nonostante le difficoltà. La canapa è una pianta straordinaria, eppure adesso è in un’altra situazione paradossale: è un prodotto che tratta l’ansia, ma se lo assumi o se lo vendi, l’ansia ti sale ancora di più”.

10 risposte

  1. Bè sarebbe curioso rendere obbligatorio anche i test per alcool e droghe per tutti i parlamentari che guidano un intero paese prima di ogni seduta..

  2. In ultima analisi tenderei a considerare anche la situazione economica.
    In tre commenti ho descritto 3 aspetti sui quali questa legge ha fatto danni.
    Ora vi chiedo, dove il genio che l’ha pontificata, prenderà soldi mancanti che non son pochi? Ovvio tagli alla sanità e/o aumento di tasse. Sisi è perfetto come buonsenso. ☹️

  3. Il fatto che produca un effetto molto blando, in definitiva rilassante e non psicotropo, non la configura come pericolosa. Il gioco di potere politico di un certo personaggio e il non sapere di una certa fascia di opinione pubblica, tendente al bigottismo, non la definirei buonsenso, ma mancanza di informazione.

  4. A me viene da porre una domanda: se la cannabis light non produce effetti, che senso ha produrla, commercializzarla e in definitiva comprarla?
    In caso contrario, la cannabis light produce effetti, con tutti i dubbi che sorgono sull’utilità di consentirne l’uso.
    E non c’entra essere bigotti o retrogradi, ma utilizzare il buonsenso.

    1. Cosa intende per “effetti”? Effetti stupefacenti? Neanche la camomilla produce effetti stupefacenti, eppure la si produce, la si commercializza e la si compra.

      1. La camomilla produce i suoi effetti sulla digestione e sul sonno.
        La cannabis a tuo parere che cosa produce come effetti?

        1. Io non ho un “parere”, perché dare pareri non è il mio lavoro (soprattutto in questo campo), ma ho comunque provato a documentarmi prima di scrivere i vari articoli su questo argomento. Ad ogni modo, Le stavo chiedendo una delucidazione sulla Sua domanda nel precedente commento.

          “Grazie alla presenza di CBD, la marijuana light ha proprietà rilassanti, senza gli effetti collaterali del THC (effetto sballante, fame chimica e perdita di memoria). Inoltre, sono ben noti gli effetti analgesici della cannabis sui dolori cronici, in caso di disturbi post traumatici e per il controllo dell’ansia.” (https://farmacialoreto.it/blog/marijuana-legale-quali-benefici)

          “Le condizioni mediche più comunemente associate all’uso di CBD sono risultate essere dolore cronico, ansia e depressione, insonnia.”
          https://www.piccololaboratorioalpino.com/2020/04/04/applicazioni-del-cbd-nella-salute/?_gl=1%2Ave4s95%2A_ga%2AMTMyMzI5MjEuMTc0NDg4NDc2NQ..%2A_ga_SM0MXHVHYF%2AMTc0NDg4NDc2NC4xLjEuMTc0NDg4NDgwNy4wLjAuMA..

    2. Inoltre la cannabis light ha un buon effetto sui dolori reumatici, articolari e su alcune manifestazioni ansiose. Non male

  5. Lasciare 22 000 persone in mezzo alla strada e distruggere un giro d’affari da 2 miliardi di euro rovinando al contempo chi ha investito per fare impresa non é per niente di destra. É da carogne ignoranti nel migliore dei casi, mentre nel peggiore da affaristi in malafede ladri ed infami che vogliono spostare un business dalla piccola media impresa ai loro amici della farmaceutica in Confindustria, che manco pagano le tasse in Italia. Continuiamo a farci abbindolare come i peggiori tifosi da stadio beceri ed ignoranti mentre fanno tutto furché i nostri interessi, mi raccomando. Italia paese fondamentalista per interesse di pochi. Sono disgustato… Noi “giovani” (ho quasi 40 anni) dobbiamo romperci il fondoschiena col 40% di trattenute in busta per pagare lo stipendio a dei suini e le pensioni di quelli che per arrivare a votarli si fanno lavare il cervello mentre gli viene servita la paura in televisione all’ora di cena. Siamo il paese rozzo ed analfabeta che eravamo ai primi del 900. Solo che ora sappiamo leggere, ma non sappiamo comprendere quello che leggiamo né tantomeno usare il cervello.

  6. L’Italia continua a dimostrarsi un paese di bigotti e perbenisti. Invece di valorizzare un settore economico promettente come quello della cannabis light, che potrebbe garantire occupazione e crescita, il governo preferisce chiudere gli occhi e ostacolare le imprese con norme retrograde e prive di logica scientifica. Siamo di fronte all’ennesima decisione politica miope, che penalizza gli imprenditori e frena il progresso economico e sociale del paese. Pazzesco.

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