Traforo del Monte Bianco, autostrade e ferrovia. Le infrastrutture valdostane al centro dell’assemblea annuale di Confindustria. Al rinnovato grido di allarme dell’Associazione degli industriali sull’imminente chiusura del Tunnel, si sono unite le necessità di investimento, snocciolate dalla politica, sull’autostrada Aosta-Torino e sulla ferrovia valdostana.
La chiusura del Traforo del Monte Bianco “è un buco nero per questa regione e le sue imprese. L’unica alternativa a questi 2000 giorni di chiusura è il raddoppio dell’attuale struttura, che si può realizzare nei prossimi 5-6 anni, lasciando aperta l’attuale infrastruttura che sarà poi rimodernata successivamente. Non resteremo fermi a subire questa ingiustizia, il Governo conosce questo problema, e si sta attivando con il Governo di Parigi” ha detto sul Traforo del Monte Bianco il presidente di Confindustria Valle d’Aosta, Francesco Turcato, parlando dal palco allestito nella piccola fucina della Cogne Acciai Speciali di Aosta, davanti ad oltre 230 rappresentanti del tessuto imprenditoriale regionale e delle istituzioni.
Parole a cui si è unito il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi nel suo videomessaggio. “Dobbiamo occuparci di questo tema con urgenza e lavorare per trovare soluzioni alternative. Parliamo di un corridoio strategico per tutte le merci di tutto il paese”. Ad accogliere le richieste di Confindustria è stato Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale nel suo messaggio. “Siamo in stretto contatto con le autorita’ svizzere e quelle francesi per l’adeguamento di questa infrastruttura vitale alle esigenze del terzo millennio”.
E’ stato invece l’Assessore regionale Luigi Bertschy a focalizzare l’attenzione su autostrada e ferrovia. Da una parte la necessità di pensare a nuovi investimenti sull’autostrada, traguardando la scadenza delle concessioni. “In questi giorni di intenso turismo diventa difficile uscire dalla Valle d’Aosta” ha evidenziato Bertschy. “Come è diventato difficile se non impossibile uscire dal lavoro e rientrare a casa fra le 16 e le 20”.
Sulla ferrovia, l’Assessore ha parlato della volontà di progettare la fase 2 del nuovo ammodernamento dell’infrastruttura ferroviaria. “Dopo l’elettrificazione bisognerà pensare al raddoppio della linea e a lavori importanti per rendere questa infrastruttura ancora più moderna”.
E’ stato invece il Presidente della Regione Renzo Testolin a ricordare all’Assemblea gli investimenti in corso sugli impianti di risalita “che servono a creare indotto e a rinnovare il tessuto abitativo, per garantire le due stagioni, invernale e estiva”.
Dopo aver presentato i dati dell’indagine congiunturale per il terzo trimestre 2023 e tracciato un bilancio relativo al suo primo anno di mandato, da Confindustria è arrivata la richiesta di formazione scolastica di alto livello e aggiornamento professionale. “Serve una svolta coraggiosa rappresentata dalla realizzazione di un ITS” ha spiegato ancora Turcato.
Sollecitazione che ha trovato a stretto giro una risposta da parte dell’Assessore regionale alle Attività produttive Luigi Bertschy, che ha ricordato però i costi di attivazione di un percorso (un corso annuale costa 300mila euro, il biennale 600mila euro). “Bisogna capire dove dedicare questi sforzi. Ci stiamo da tempo ragionando ma ora bisogna andare avanti insieme a voi a finalizzare”.
3 risposte
Ma mettere la vignetta per l’autostrada per i residenti no? Cosi non intasiamo tutti quella statale dalle 16 alle 20. Ci guadagnerebbe di piu pura Autostrade dato che adesso i residenti non la prendono mai, ma qualcuno sa fare due conti tra Regione e Autostrade?
Vabbeh, ma ci sarà il collegamento di Cime Bianche che porterà un sacco di soldi e ricchezza!
Continuate con sta storia?? Ma la Rini ha detto di smettere di bleterare e lasciar lavorare le diplomazie per risolvere la cosa?? Ma siete fuori di testa!!
Ma questa è colpa di voi e della classe politica valdostana: potevamo fare tutto nel 1999, ma no! Avete rotto le palle e impedito il raddoppio nostante Francia e Italia erano favorevoli. Ora, 24 anni dopo, dove in Francia è cresciuto pesantemente il movimento noTir e c’è una contrarietà quasi fanatica della Francia all’opera, vi svegliate, vi rendete conto di aver fatto una cavolata mastodontica, stressate l’anima il governo statale e li convicente a raddoppio, e poi scassate mediaticamente in Italia i maroni sul sì al raddopio quando vi dicono di non farlo per far lavorare bene la diplomazia italiana per convicere i francesi al raddoppio?? I francesi se lo ricordano bene il no del 1999, come il no alla galleria di sicurezza che imponevano le norme UE (e poteva faciltare la sua conversione a seconda canna del tunnel come al Frejus): ora hanno avuto 24 anni per preparare la loro vendetta. Avremo il raddoppio, ma dovremo sputare molto sangue e assecondare ogni capriccio che la Francia chiederà affnché dica sì. Ai signori qui direi di fare la campagna mediaitica pro raddoppio in Francia, perché se non fai cambiare idea ai francesi, loro il raddoppio ce lo mettono nel didietro per 18 anni prima di dire sì.