La cooperativa Lo Dzeut “non abbandonerà Champorcher. La volontà è di allargarsi”

A dirlo è l'Assessore regionale alle attività produttive Luigi Bertschy rispondendo ad una interpellanza della Lega Vda. La vicenda sbarcata in consiglio dopo la notizia del possibile trasferimento della cooperativa per lavorazione della canapa Lo Dzeut di Champorcher presso l'Ancienne Maison communale di Donnas
Lo Dzeut di Champorcher
Economia

La notizia del possibile trasferimento della cooperativa per lavorazione della canapa Lo Dzeut di Champorcher presso l’Ancienne Maison communale di Donnas ha suscitato “sgomento e delusione” nel paese del Parco del Mont Avic, dove un gruppo di cittadini ha lanciato una raccolta firme e inviato una lettera agli amministratori comunali e regionali. E così la vicenda è sbarcata oggi in Consiglio regionale con una interpellanza del gruppo Lega Vda.

“Riconoscendo il valore di questa attività, che favorisce l’occupazione in un paese di montagna a rischio di spopolamento, la Regione ha compiuto anche degli investimenti finanziari e altri sono arrivati con i fondi europei.  – ha spiegato in aula Dennis Brunod – Chiediamo al Governo se era a conoscenza di questa decisione e se ha l’intenzione di occuparsi della questione per trovare delle soluzioni che evitino la delocalizzazione della produzione, che stravolgerebbe la tradizione, incidendo negativamente sul patrimonio di conoscenze plurisecolari della comunità di Champorcher e privando il paese e l’intera vallata di un’importante risorsa turistica.”

A raccontare di un incontro avuto con la cooperativa Lo Dzeut di Champorcher e l’amministrazione comunale è stato l’Assessore allo sviluppo economico, Luigi Bertschy, che ha raccontato come “la norma regionale si proponeva di dare la possibilità di sviluppare una lavorazione di tradizione e far crescere sul territorio il lavoro per le persone. A distanza di tempo, non possiamo dire che questo obiettivo sia stato raggiunto, anche perché la cooperativa ha riscontrato una serie di difficoltà di gestione negli attuali spazi della lavorazione e di reperimento di nuovi soci”. Bertschy ha poi precisato come al momento non vi sia “l’intenzione di abbandonare Champorcher ma c’è una visione di allargamento. Abbiamo chiesto di conoscere la progettualità che si intende mettere in campo per attivare in seguito, attraverso il comitato previsto all’art 5 della legge regionale 44/91, il progetto di sviluppo. Dietro questo progetto c’è una grande storia e bisogna capire se ci sono ulteriori possibilità per ridare slancio all’attività della cooperativa: la comunità di Champorcher si deve confrontare per capire per quale motivo la tradizione delle famiglie non si è trasferita all’interno della cooperativa così da aiutarla a crescere. Per ora, quindi, nessuna decisione definitiva e ritorneremo sulla questione nel mese di settembre anche in vista della realizzazione di una legge quadro sull’artigianato.”

Secondo quanto riferito in aula dal consigliere Erik Lavy: “Il comune di Champorcher è il caso più emblematico dello spopolamento della montagna: nel 1861 aveva 1.200 abitanti e oggi non arriva neanche a 400. Bisogna capire il motivo per cui anche una cooperativa di questo genere è in difficoltà. Spostare la lavorazione della canapa fuori da Champorcher sarebbe come delocalizzare la produzione del lardo di Arnad a Quincinetto! Un nonsenso.”

Nella raccolta firme avviata da alcuni residenti di Champorcher viene ricordata la storia della lavorazione della canapa e chiesto a comune, regione e alla stessa cooperativa Lo Dzeut di Champorcher di rivedere una decisione che non piace. “Sarebbe un colpo basso per la comunità di Champorcher che annullerebbe un pezzo importante della sua identità culturale; si cancellerebbero idealmente decenni di un’eccellenza artigianale, sminuendo la particolarità e la storicità della nostra “teila dè meison”, attestata fin dal Medioevo (nel censimento del 1858 i tessitori di canapa a Champorcher erano ben 69). Non vogliamo veder stravolta la nostra tradizione, la nostra cultura immateriale, il patrimonio di conoscenze plurisecolari delle donne e degli uomini di Champorcher e perdere un’importante risorsa turistica”.

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