“La letteratura scientifica ci dice che se le foglie rosicchiate non superano il 30% del volume totale, la vite non patisce niente”. A dirlo è Rita Bonfanti, ispettrice fitosanitaria dell’assessorato regionale all’Agricoltura e alle Risorse naturali, dopo che lo scarabeo giapponese – il coleottero originario del Giappone che si nutre di oltre 300 varietà vegetali – ha preso di mira i vigneti della Bassa Valle, mangiando le foglie delle viti e lasciandone solo lo scheletro. E ad oggi, secondo quanto riferito dall’ufficio dei servizi fitosanitari della Regione, questa percentuale non è stata superata. Per questo, si ipotizza che i danni saranno piuttosto contenuti.
L’insetto, il cui nome scientifico è popillia japonica, “è stata dichiarato insediato in Valle d’Aosta nel 2022 – spiega Bonfanti -. Il ritrovamento è avvenuto a seguito delle attività di monitoraggio messe in atto sul territorio regionale e le prime trappole a catturare individui sono state quelle di Pollein e di Donnas presenti da anni sul territorio”. Lo scarabeo giapponese è infatti stato avvistato in Europa per la prima volta nel 2014, sul confine tra Lombardia e Piemonte. “Inizialmente si diffondeva con una velocità di 15 chilometri all’anno, poi grazie all’uso di trappole si è riusciti a rallentarne la diffusione a 7 chilometri all’anno – prosegue l’ispettrice fitosanitaria -. In Bassa Valle è arrivato sicuramente per espansione naturale del focolaio presente in Piemonte dal 2014, mentre a Pollein l’arrivo è da attribuire a trasporto involontario su automobili in quanto è avvenuto all’autoporto”.
Quanto alla sua diffusione, “nel corso degli ultimi quattro anni, solo il focolaio della Bassa Valle si è espanso, raggiungendo Montjovet e interessando, a fine stagione vegetativa 2024, un totale di otto comuni. Nonostante la presenza accertata del parassita, fino a quest’anno non sono mai stati rilevati danni alla vegetazione tali da suscitare preoccupazione”, afferma Bonfanti, definendo “inevitabile” l’aumento delle popolazioni dell’insetto. “Non essendoci antagonisti naturali che possano contenere il suo sviluppo, in quanto esso è di origine asiatica, e non esistendo ad oggi prodotti fitosanitari autorizzati sufficientemente efficaci contro l’insetto, le popolazioni hanno una crescita esponenziale che varia anche in funzione delle condizioni climatiche dell’anno precedente – spiega -. Ad esempio, estati piovose favoriscono la popolazione dell’anno successivo in quanto l’insetto, nella forma di larva, si sviluppa più facilmente nei terreni umidi”.
Complice il clima, con l’inizio del volo degli adulti, alla fine dello scorso giugno, “si sono visti per la prima volta in Bassa Valle i primi danni su alcune colture, in particolare sulla foglie della vite”. In questo caso, “l’attacco parte dall’alto e dalle parti più tenere (femminelle). I danni potranno diventare più importanti con il culmine del volo dell’insetto che si attende verso il 20 luglio per poi calare”. Nel frattempo, il consiglio è di non cimare e defogliare la vite.
Per contrastare la presenza dell’insetto, già nel 2023 l’assessorato regionale all’Agricoltura ha predisposto un volantino divulgativo e informativo. Per informare i viticoltori sull’arrivo del coleottero, a partire dallo scorso gennaio sono stati organizzati alcuni incontri informativi sul territorio, di cui uno lo scorso 20 febbraio a Donnas con Giovanni Bosio, collaboratore del servizio fitosanitario del Piemonte. Da quando hanno iniziato a verificarsi i primi danni alla vite, il servizio fitosanitario valdostano ha inviato via sms e via mail due comunicati con le indicazioni sugli insetticidi da impiegare. A livello nazionale, è stato costituito un gruppo di lavoro sul tema di cui fa parte il personale regionale degli uffici competenti.
“Trattandosi di un organismo nocivo regolamentato – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Carrel -, i servizi fitosanitari regionali da anni effettuano il monitoraggio secondo le indicazioni tecniche contenute nel piano di azione nazionale. Nello specifico in Valle d’Aosta dal 2016 vengono collocate annualmente delle trappole con attrattivo specifico per l’insetto, inizialmente in numero ridotto e concentrate in Bassa Valle e via via intensificatesi, soprattutto negli ultimi anni. Recentemente sono stati adottati ulteriori metodi di monitoraggio tra cui le ispezioni visive estive e la ricerca nel terreno delle larve secondo le indicazioni del gruppo di lavoro nazionale”.
Lo scarabeo giapponese ha preso di mira i vigneti della Bassa Valle
7 luglio 2025

“Non ho mai visto così tanti insetti tutti insieme”, dice Luciano Zoppo Ronzero, viticoltore di Donnas. Alcuni dei vigneti della sua azienda vitivinicola Pianta Grossa sono stati presi di mira dallo scarabeo giapponese, un coleottero originario del Giappone rinvenuto per la prima volta in Europa nel 2014, sul confine tra la Lombardia e il Piemonte. L’animale è innocuo per l’uomo ma si nutre di foglie, fiori e frutti. In Valle d’Aosta c’è dal 2022, ma quest’anno la sua presenza sembra esplosa nelle vigne della bassa Valle, tra Pont-Saint- Martin, Donnas e Arnad.
“Mangiano soltanto la parte verde delle foglie lasciando intatte le nervature”, spiega Zoppo Ronzero, dicendo di aver visto per la prima volta questo insetto – il cui nome scientifico è popillia japonica – due anni fa. “Ce n’era uno ogni tanto e i danni erano contenuti. Lo scorso anno abbiamo avuto le prime avvisaglie poi, forse complice il caldo e l’umidità, è proliferato e ora si sta espandendo dalla bassa alla media Valle. Ne sono stati visti anche a Verrayes e Chambave. Nel mio caso, noto che sono presenti soprattutto nei vigneti vicini alla strada o ai prati. Vengono trasportati anche dalle auto. La situazione è esplosa negli ultimi giorni”.
Gli scarabei giapponesi adulti – la cui presenza in Valle è monitorata dalla Regione – sono lunghi da 8 a 11 millimetri. Si nutrono di oltre 300 specie vegetali – le più apprezzate sono proprio la vite e il melo – e compiono una sola generazione all’anno: i primi adulti compaiono nel mese di giugno con un volo che dura fino a fine agosto e inizio settembre. “Ora siamo nel momento clou ma con la fine di luglio dovrebbero diminuire. Nel frattempo, però, non sappiamo cosa fare – dice il viticoltore -. L’assessorato ha installato delle trappole ma gli insetti sono tanti e anche gli insetticidi non sembrano essere la soluzione”. Difficili da prevedere i possibili danni alla produzione. “Essendo un insetto che si nutre delle foglie e non dei grappoli bisognerà vedere se le piante saranno in grado di fare la fotosintesi”, conclude Zoppo Ronzero.
2 risposte
Io cerco di prenderle e metterle in bottiglie ,non schiacciarle per evitare che le uova nascano nel terreno
Come fare per non portare l insetto con le ruote delle auto purtroppo andiamo in auto ?