“Non ho mai visto così tanti insetti tutti insieme”, dice Luciano Zoppo Ronzero, viticoltore di Donnas. Alcuni dei vigneti della sua azienda vitivinicola Pianta Grossa sono stati presi di mira dallo scarabeo giapponese, un coleottero originario del Giappone rinvenuto per la prima volta in Europa nel 2014, sul confine tra la Lombardia e il Piemonte. L’animale è innocuo per l’uomo ma si nutre di foglie, fiori e frutti. In Valle d’Aosta c’è dal 2022, ma quest’anno la sua presenza sembra esplosa nelle vigne della bassa Valle, tra Pont-Saint- Martin, Donnas e Arnad.
“Mangiano soltanto la parte verde delle foglie lasciando intatte le nervature”, spiega Zoppo Ronzero, dicendo di aver visto per la prima volta questo insetto – il cui nome scientifico è popillia japonica – due anni fa. “Ce n’era uno ogni tanto e i danni erano contenuti. Lo scorso anno abbiamo avuto le prime avvisaglie poi, forse complice il caldo e l’umidità, è proliferato e ora si sta espandendo dalla bassa alla media Valle. Ne sono stati visti anche a Verrayes e Chambave. Nel mio caso, noto che sono presenti soprattutto nei vigneti vicini alla strada o ai prati. Vengono trasportati anche dalle auto. La situazione è esplosa negli ultimi giorni”.
Gli scarabei giapponesi adulti – la cui presenza in Valle è monitorata dalla Regione – sono lunghi da 8 a 11 millimetri. Si nutrono di oltre 300 specie vegetali – le più apprezzate sono proprio la vite e il melo – e compiono una sola generazione all’anno: i primi adulti compaiono nel mese di giugno con un volo che dura fino a fine agosto e inizio settembre. “Ora siamo nel momento clou ma con la fine di luglio dovrebbero diminuire. Nel frattempo, però, non sappiamo cosa fare – dice il viticoltore -. L’assessorato ha installato delle trappole ma gli insetti sono tanti e anche gli insetticidi non sembrano essere la soluzione”. Difficili da prevedere i possibili danni alla produzione. “Essendo un insetto che si nutre delle foglie e non dei grappoli bisognerà vedere se le piante saranno in grado di fare la fotosintesi”, conclude Zoppo Ronzero.