Misure Covid: già esauriti i 3 milioni destinati alle famiglie

Ulteriori 210mila euro circa sono disponibili e l’atto sarebbe già fissato all’ordine del giorno della seduta di domani, venerdì 13 giugno. Il futuro di questa misura, al centro di una riflessione politica, è invece incerto.
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Economia

Le domande si sono aperte il 2 agosto. Oggi, il 12, a distanza di soli 10 giorni, i fondi a sostegno delle famiglie residenti facenti parte delle misure anticovid, sono già esauriti. Si tratta di oltre 3 milioni di euro stanziati dall’articolo 26 della legge 15/2021. Ad accorgersene sono stati gli stessi beneficiari nel presentare l’istanza telematica sul portale regionale dedicato.

La giunta regionale, che quegli aiuti ha deliberato, si vede così costretta a trovare nuove risorse. Ulteriori 210mila euro circa sono disponibili e l’atto sarebbe già fissato all’ordine del giorno della seduta di domani, venerdì 13 giugno. L’ulteriore stanziamento servirà alle domande già presentate e ai valdostani che, pur in possesso dei requisiti, rischiano di rimanere esclusi.

Il futuro della misura invece è incerto ed è al centro di una profonda riflessione politica. A chi finiscono veramente questi aiuti? Sono davvero rivolti a persone, nuclei familiari, colpiti dalla pandemia? E’ possibile che affiorino storture? Il tutto si traduce in una distribuzione a pioggia delle risorse? I dubbi si stanno insinuando negli uffici regionali a partire da una prima analisi delle domande presentate e sono legati alla struttura stessa del provvedimento.

Le modalità di accesso agli aiuti previsti dalla legge sono infatti di due tipi. Da una parte c’è il sostegno ai nuclei in possesso di Isee corrente, un’attestazione che viene rilasciata a chi ha avuto, nell’ultimo anno, uno stravolgimento della propria situazione economica (perdita del lavoro, diminuzione importante del reddito ecc..). Chi rientra in questa categoria e nei limiti di Isee previsti dalla legge (12000 € per un nucleo di 1 persona, 15000 € per un nucleo di 2 persone, 18000 € per un nucleo di 3 o più persone) è facilmente un soggetto che ha subito un peggioramento delle condizioni economiche nel corso del 2020, con ogni probabilità dovuto alla pandemia.

D’altra parte la legge prevede anche un contributo a chi può solo presentare un Isee ordinario, ovvero che non ha subito variazioni economiche in negativo, inferiore al cosiddetto minimo vitale, stabilito annualmente dalla Giunta regionale e fissato per il 2021 a 504 € al mese da moltiplicare per 12 mensilità e da riparametrare in base al numero dei componenti del nucleo. Ora, un po’ a sorpresa, sulla base di questi criteri avrebbero diritto al contributo anche categorie non contemplate, almeno nelle intenzioni, dal provvedimento. Per far capire meglio abbiamo fatto una simulazione.

La simulazione
Abbiamo esaminato il caso di un nucleo familiare di 4 persone con due figli minori. Lei lavora come impiegata a tempo pieno in amministrazione regionale, lui è libero professionista in regime de minimis. Non hanno proprietà immobiliari e dispongono di pochi risparmi in banca. Durante la pandemia hanno continuato a lavorare in smartworking. Il loro Isee ordinario è di 16 mila euro. Ora, sulla base del provvedimento per le famiglie appena illustrato potrebbero contare su un contributo pari a 2.200 euro (1.100 euro per 2 mesi). Questo nonostante il loro reddito sia identico a quello del 2019 e la loro situazione economica non abbia subito nessun tipo di contraccolpo dovuto alla pandemia.

Sulla base di questa simulazione emerge chiaro la necessità di procedere ad un’analisi a posteriori per capire come si sono distribuite e a chi sono andati i 3 milioni di euro stanziati per il sostegno delle famiglie. Se emergesse che la maggior parte delle domande fa riferimento al secondo caso, ovvero al minimo vitale, lasciando fuori chi magari si è attardato nella presentazione ma è in possesso di un Isee corrente sarebbe indispensabile una revisione della norma affinché ne siano rispettati i principi fondanti.

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