Nel 2022 per Cva un valore condiviso in Valle d’Aosta di 547 milioni di euro

Il concetto del valore condiviso, elaborato una decina di anni fa all'Università di Harvard, è la capacità di una impresa di creare, distribuire ricchezza, benessere e occupazione oltre i propri confini, ovvero per la propria comunità di riferimento.
Cva Valore Condiviso
Economia

Nel 2022 Cva ha prodotto in Valle d’Aosta un valore condiviso di 547 milioni di euro. A misurare il dato, presentato durate il convegno “Il gruppo Cva e la sua comunità: il valore condiviso” organizzato ieri a Gressan dalla stessa azienda e da Finaosta, è stata la società di consulenza indipendente Althesys. Il concetto del valore condiviso, elaborato una decina di anni fa all’Università di Harvard, è la capacità di una impresa di creare, distribuire ricchezza, benessere e occupazione oltre i propri confini, ovvero per la propria comunità di riferimento. A determinare numericamente il valore condiviso è il valore aggiunto di fatturato, il gettito fiscale, i consumi, gli investimenti e l’occupazione per il territorio. Nel dettaglio le ricadute dirette delle attività di CVA sul sistema socio-economico e ambientale valgono 371,6 milioni di euro, quelle indirette delle attività del resto della filiera sull’economia 9,8 milioni di euro e quelle indotte dei consumi, investimenti e gettito fiscale sull’economia 165,8 milioni di euro.

I 547 milioni di euro di valore condiviso sono pari al 10,8% del PIL 2022 in Valle d’Aosta, rappresentano l’1,8 volte del valore aggiunto del Gruppo CVA, equivalgono al 62% del valore aggiunto dell’industria valdostana e sono pari a 4.436 € di valore condiviso pro-capite.

“Non c’è nessuna azienda che ha lo stesso impatto sul Pil del territorio.  – ha evidenziato ieri Alessandro Marangoni di Althesys – Ad esempio la Nestlé, che è un gruppo che in Italia fattura 2 miliardi, pesa circa il 2,42% del Pil.”

Dei 547 milioni di euro, 174,5 milioni (il 31,9%)  rappresentano la contribuzione fiscale alla Regione, 126,3 milioni il valore economico indotto e filiera regionale (23,1%), 107,6 milioni il valore aggiunto netto del gruppo (19,7%9, 60 milioni i dividendi (10,9%), 42 milioni di euro i benefici per i consumatori in Regione (7,7%), 26,8 milioni di euro i salari netti lavoratori, welfare e liberalità (4,9%) e 10 milioni di euro il contributo alla qualità dell’ambiente (1,8%).

Compresi i lavoratori dell’indotto, il gruppo occupa 1.408 persone in Valle d’Aosta (il 2,39% occupati in nella regione nel 2021): per ogni quattro dipendenti assunti dall’azienda lavorano altri cinque addetti in regione.

“Tutti questi numeri sono stati stimati prudenzialmente e quindi per difetto” ha sottolineato ancora Marangoni.

Entrato nelle logiche e strategie aziendali il concetto del valore condiviso, come spiegato da Giuseppe Argirò, amministratore delegato di Cva, vuole essere per l’azienda lo strumento per provare a raccontare ai valdostani perché esser orgogliosi di questa realtà.  “Alla luce di tante considerazioni improprie che abbiamo sentito, di tanti luoghi comuni, stiamo sforzandoci di raccontare l’azienda attraverso dei numeri, affinché le critiche, che ci si aspetta che possano sempre arrivare, possibilmente costruttive, si possano basare su dati reali. Perché la mistificazione e la strumentalizzazione non fanno bene all’azienda”.

Fra i luoghi comuni, le “affermazioni da bar” sfatate ieri dal direttore generale Enrico De Girolamo quella più frequente è che “Cva produca utili sulle spalle dei valdostani”.  “Nel 2022 il contributo alla crescita di Cva da parte dei clienti della Valle d’Aosta è del 2,37% – risponde alla critica De Girolamo – L’incidenza del fatturato delle bollette della Regione sul fattore totale del gruppo è del 6,06% , mentre i vantaggi per la clientela business valdostana rispetto ai prezzi fuori Valle sono stati del 39%.”

All’affermazione “facile guadagnare con i prezzi dell’energia alle stelle” invece l’azienda risponde mostrando gli utili netti di altre società del settore – molte in negativo – e ricordando come “un anno di esplosione dei prezzi, con una volatilità mai vista nel settore ha comportato sicuramente delle opportunità, ma anche grandi rischi, con aziende che sono fallite e altre, in paesi vicini ai nostri, che sono state nazionalizzate perché non riuscivano più a sostenere il proprio indebitamento.”

Sempre sui costi delle bollette in Valle d’Aosta, in mattinata era stata Bankitalia, attraverso i numeri del rapporto annuale sull’economia valdostana, a evidenziare come nella nostra regione l‘inflazione fosse contenuta rispetto al resto d’Italia, grazie al contenimento dei costi dell’energia. “Un segno tangibile che le politiche adottate fino ad ora sono molto interessanti  – ha evidenziato il Presidente della regione Testolin – e i risultati prospettati per il 2027 lo saranno ancora di più”.

“Cva sul mercato si pone come un’azienda pubblica al 100%, di proprietà della Regione attraverso Finaosta. – ha aggiunto Nicola Rosset, presidente di Finaosta – Un’azienda che interviene a sostegno delle comunità, le sue imposte, i suoi dividendi e i suoi canoni di derivazione sono riversati nelle casse della Regione e rimessi in circolo per investimenti pubblici. Speriamo che cuore e testa rimangano sempre in Valle d’Aosta”.

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