Paniere Istat: tra le spese del 2023 anche visite mediche sportive e prodotti tecnologici
Valdostani e italiani si dimostrano sempre più attenti alla salute fisica, al benessere alimentare e allo svago personale. Lo confermano le rilevazioni effettuate dall’Istat sul paniere dei prezzi al consumo comunemente utilizzato per il calcolo dell’inflazione. Accanto ai consumi abituali, non mancano lungo tutto l’anno passato investimenti in visite mediche per lo sport, interventi di riparazione per i propri smartphone, acquisto di sistemi audio intelligenti ma anche cibi freschi e di certificazione biologica.
Il monitoraggio
Sono in totale 79 i Comuni italiani che contribuiscono al calcolo del paniere Istat, tra cui 19 capoluoghi di regione, 59 capoluoghi di provincia e un paese non capoluogo con più di 30 mila abitanti. In Valle d’Aosta la copertura dell’indagine ha potuto essere completa grazie a monitoraggi da parte di Istat, uffici comunali di statistica, fornitori di dati o tradizionali e tramite scanner Ministero dello sviluppo economico.
Le new entries del paniere
Il paniere Istat del 2023 comprende complessivamente 1.885 prodotti tra cui alimenti e bevande, alcool e tabacchi, abbigliamento e calzature, spese domestiche quali acqua, elettricità e combustibili, mobili e articoli per la casa, servizi sanitari, trasporti, comunicazioni, ristorazione e svago.
Tra le 7 merci riconducibili a consumi consolidati figurano derrate quali tonno fresco di pescata e rombi freschi di allevamento, accessori femminili quali leggings o jeggings, supporti o prestazioni medici quali deambulatore e radiografia con correlato ticket e coccole saltuarie quali i massaggi estetici. Nelle abitudini di spesa di valdostani in particolare e italiani in generale prendono peraltro piede formaggi stagionati, frutta tra cui limoni, banane, frutti di bosco, frutta esotica e kiwi, vegetali tra cui insalata, sedani, pomodori, zucchine, peperoni, carote, cipolle, agli, funghi, zenzero scalogni e patate.
Le variazioni annuali
Rispetto all’anno passato risultano in aumento le spese effettuate per i servizi della propria abitazione (11,8%), per la ricettività e la ristorazione (11,3%) e per spettacoli e cultura (7,7%). A fronte di un dato invariato concernente l’acquisto di abbigliamento e calzature (6,4%), diminuiscono gli investimenti in alimenti e bevande (17%), trasporti (14,2%), sanità (8,5%), mobilio (7,7%), alcool e tabacchi (3%), comunicazioni (2,3%) e istruzione (0,9%).