Paura per i posti di lavoro nel Traforo del Monte Bianco: Anisa e sindacati chiedono chiarezza sulla nuova gara antincendio

La gara sarà bandita con ogni probabilità il prossimo anno, ma al momento non sono ancora stati sciolti i nodi sulle chiusure del Traforo negli anni a seguire.
Traforo del Monte Bianco
Economia

La nuova gara d’appalto per i servizi antincendio e di primo soccorso del Traforo del Monte Bianco, che verrà bandita con ogni probabilità il prossimo anno, preoccupa l’associazione di categoria Anisa e i principali sindacati, che lanciano l’allarme sul rischio di perdere fino a 40 posti di lavoro.

In una nota congiunta, Anisa e le sigle Filt‑Cgil, Fit‑Cisl, Uil‑Trasporti, Confsal e Savt sottolineano come anche questa procedura di gara sia regolata dal diritto francese, con tutte le criticità che questo comporta “per la tutela dei lavoratori italiani e per la continuità del servizio”. Secondo l’associazione e i sindacati, gli atti di gara rischiano di non essere coerenti con la complessa realtà operativa del Traforo. 

Da una parte, infatti, i lavori di manutenzione straordinaria sulle volte dell’infrastruttura — che potrebbero comportare chiusure totali o parziali comprese tra i 3 e i 15 anni — generano forti incertezze operative. Dall’altra, la procedura di gara non terrebbe adeguatamente conto degli effettivi costi del lavoro e delle criticità legate alla gestione delle risorse umane che dovrà fare il nuovo appaltatore.

Anisa e i sindacati evidenziano che la mancanza di chiarezza su questi aspetti rischia di determinare uno scenario particolarmente critico. Una stima di riduzione dell’organico fino al 40‑50% potrebbe tradursi nella perdita del posto di lavoro per fino a 40 degli 83 addetti altamente specializzati attualmente impiegati – l’appalto è gestito da Gsa – , con gravi conseguenze sociali per il territorio. Questi lavoratori rappresentano un unicum nel panorama europeo della sicurezza in ambito tunnel, con oltre vent’anni di esperienza nell’assicurare la sicurezza dell’infrastruttura 365 giorni l’anno.

Le richieste avanzate da Anisa e dai sindacati puntano innanzitutto a fare piena chiarezza sulla procedura di gara. Per questo, secondo la nota, la documentazione dovrebbe riflettere l’attuale assetto organizzativo e il personale complessivamente impiegato, oltre a evidenziare l’effettivo costo del lavoro, la cui struttura complessa richiede un confronto collaborativo con l’attuale appaltatore per essere determinata correttamente.

Secondo i firmatari, è fondamentale che la gara permetta proposte innovative e valorizzi elementi di valutazione delle offerte che tengano conto dell’impegno degli operatori — italiani ed europei — nell’attuare misure organizzative volte a migliorare la sicurezza dell’infrastruttura e a gestire in modo efficace l’impatto economico e sociale derivante da una possibile diminuzione del personale operativo.

Viene inoltre sottolineata la necessità di introdurre clausole sociali chiare che garantiscano il riassorbimento integrale del personale e il mantenimento delle condizioni economiche e normative attualmente godute anche negli anni successivi. I sindacati chiedono anche che la gara sia impostata in modo da assicurare equità concorrenziale tra tutti i partecipanti, evitando che gli oneri sociali ricadano esclusivamente sugli operatori italiani provocando distorsioni di mercato.

Infine, Anisa e le organizzazioni sindacali sollecitano il coinvolgimento stabile delle istituzioni, a partire dalla Regione e dal Ministero del Lavoro, per monitorare l’evoluzione dei lavori, tutelare gli effetti occupazionali e governare con la dovuta sicurezza la fase di transizione. I sindacati, che nei giorni scorsi hanno incontrato il presidente della Regione, chiedono di posticipare la gara d’appalto almeno di un anno, a quando si avranno certezze sui tempi di chiusura del Tunnel per i lavori.

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