“Piano giovani”, gli enti di formazione lanciano l’allarme e chiedono regole certe

Undici enti di formazione hanno chiesto a Rollandin e a Marquis di sospendere l’invito a presentare progetti: “Impossibile presentare iniziative senza indicazioni chiare”.
Economia

Sospendere l’invito a presentare progetti del Piano Giovani. E’ la richiesta che arriva dagli undici enti di formazione accreditati in Valle che nei giorni scorsi hanno scritto una lettera al Presidente della Regione, Augusto Rollandin e all’Assessore regionale alle Attività produttive, Pierluigi Marquis.

EBform, Cti, Cnos/Fap, Csv, Enaip, Fondazione montagna sicura, fondazione per la formazione professionale turistica, Iar, Isa, Progetto formazione e Trait d’Union si dicono, nella missiva, “impossibilitati a presentare progetti in assenza di regole chiare e certe, nonché di erogare gli stessi interventi senza il supporto di disposizioni di dettaglio e di consuntivazione delle spese”.
Pubblicato il 13 dicembre scorso l’invito che stanzia circa 4,5 milioni di euro finanzia azioni di contrasto alla disoccupazione giovanile: interventi formativi per i giovani tra i 15 e i 29 anni, percorsi per acquisire o affinare le competenze ma anche azioni volte a sostenere la transizione tra scuola-formazione e lavoro mediante percorsi per il raccordo scuola-lavoro.

Atteso da tempo il bando, secondo gli enti di formazione firmatari della missiva, presenta tutta una serie di criticità. Innanzitutto nonostante fosse stata promessa, secondo gli enti, non c’è stata concertazione nella stesura dell’invito, il primo dopo molto tempo. Per la prima volta si introducono dei costi unitari – ad esempio si parla di 73 euro per un’ora di formazione erogata – che però secondo gli enti sono insufficienti a coprire le spese: oltre alla docenza c’è da considerare, ricordano, il lavoro di progettazione, la figura del tutor ma anche tutta una serie di spese vive come l’affitto di una sede o il materiale.

Le altre regioni che hanno deciso di introdurre i costi standard hanno inserito, ricordano gli enti nella missiva, il riconoscimento di costi indiretti calcolati su base forfettaria entro il limite del 20% dei costi previsti. Costi che l’Europa permette peraltro di contemplare.
Mancano poi le regole del gioco ovvero è stato pubblicato l’invito ma ad oggi non il manuale per la gestione delle operazioni – nell’invito si dice che è in fase di approvazione – che andrà ad integrare e modificare il contenuto delle Direttive regionali per la realizzazione di attività cofinanziate dal Fondo Sociale europeo. Gli enti chiedono, quindi, che la scadenza dell’invito, fissata al 23 gennaio, venga posticipata a due settimane successive alla pubblicazione del Manuale.

“Il rischio è che anche i dipendenti degli enti di formazione finiscano in cassa integrazione nonostante le risorse ci siano ma anche che queste risorse vengano disimpegnate perché non siamo stati in grado di spenderle”.
 

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte