Precari della scuola, la Corte di giustizia Ue condanna l’Italia

In Valle d'Aosta sono 200 i precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, 600 circa quelli con più di 36 mesi di servizio. "Una sentenza che andrà a toccare tutti i precari del pubblico impiego".
Economia

Buone notizie per i tanti precari della scuola. La Corte di Giustizia europea ha condannato oggi l’Italia sulle assunzioni a tempo determinato degli insegnanti. 

"La normativa italiana sui contratti di lavoro a tempo determinato nel settore della  scuola è contraria al diritto dell’Unione" scrivono i giudici nella sentenza emessa questa mattina "Il rinnovo illimitato di tali contratti per soddisfare esigenze permanenti e durevoli delle scuole statali non è giustificato". 

La decisione tanto attesa interessa circa 250mila precari in tutta Italia, con almeno 36 mesi di servizio, che ora potranno chiedere la stabilizzazione e un risarcimento, oltre agli scatti di anzianità maturati tra il 2002 e il 2012 dopo il primo biennio di servizio e le mensilità estive su posto vacante. In Valle d’Aosta sono 200 i precari inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, 600 circa quelli con più di 36 mesi di servizio. Negli anni scorsi 71 docenti valdostani avevano deciso di portare la Regione in Tribunale, di questi sono rimasti più solo in sei ad aver deciso di proseguire le cause nei successivi gradi di giudizio, appoggiati dalla Cgil. "Abbiamo ancora sei cause in appello – spiega Katya Foletto della Cgil –  la cui discussione è prevista nel marzo 2015. Siamo molto soddisfatti per la sentenza, che attendevano, anche perché nel frattempo i ricorsi e i giudizi erano stati sospesi. Abbiamo ora delle buone speranze perché la decisione farà giurisprudenza e quindi i giudici  dovranno d’ora in poi uniformarsi a quanto scritto dai giudici europei. Certo la Regione potrebbero decidere subito per la stabilizzazione". 

La sentenza di oggi segue quella emessa nel gennaio scorso, sempre dalla Corte Ue, sul maestro dalla banda municipale di Aosta, Rocco Papalia. "E’ una sentenza – spiega l’Avvocato Federico Mavilla, che ha seguito i ricorsi della Cgil – che nasce e consegue a quella Papalia perché ha preso in esame una situazione analoga, se non peggiore perché per i docenti c’era almeno l’aspettativa di un concorso. La cosa più importante è che la Corte dichiara illegittimo il comportamento italiano, così come la normativa e così facendo stabilisce un principio di diritto che potrà applicarsi a tutti i precari del pubblico impiego." Al momento solo la Cgil Valle d’Aosta ha una sessantina di cause pendenti di precari della pubblica amministrazione. 

 

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