"Non è possibile continuare a fare cassa limitandosi ad imporre il blocco degli stipendi ai pubblici dipendenti, che vedono i loro livelli retributivi fermi ai valori economici del 2009." A sottolinearlo è in una nota il Savt funzione pubblica che commenta la recente decisione del Consiglio dei Ministri di confermare, con un Decreto del presidente della Repubblica (D.P.R), per tutto il 2014, il blocco per il rinnovo dei contratti dei pubblici dipendenti.
"Non è più accettabile – scrive il sindacato – il continuo attacco fatto in maniera indiscriminata e generalizzata verso il pubblico impiego, categoria alla quale sono già stati richiesti grossi sacrifici e che si è vista bloccare il rinnovo dei contratti di lavoro ormai da troppo tempo. Il tutto è ancora meno accettabile vedendo che la stessa determinazione e rapidità d’azione non vengono utilizzate per affrontare altri temi che potrebbero portare ad importanti e significativi risparmi per le casse pubbliche, primo fra tutti quello relativo ai costi della politica".
Il sindacato sollecita quindi "una vera riorganizzazione della pubblica amministrazione" e propone di "prevedere una “controriforma del sistema pensionistico che ripristini per il pubblico impiego, anche solo per un determinato periodo, le regole in vigore prima della riforma Fornero. Visto che i costi sono in entrambi i casi a carico delle casse dello stato, attraverso una campagna di pensionamento si potrebbero creare dei risparmi derivanti dalla differenza tra lo stipendio percepito in servizio e la pensione maturata, che è in ogni caso di valore inferiore. A quel punto una parte dei risparmi ottenuti potrebbe essere utilizzata per l’inserimento al lavoro dei giovani e per il rinnovo dei contratti di lavoro."
Il Savt annuncia infine un confronto con le altre sigle sindacali sul D.P.R. per "valutare se vi sia la possibilità di non applicarlo in Valle d’Aosta per i lavoratori del Comparto Unico, anche sollecitando, se lo si ritenesse necessario e utile, l’impugnazione dello stesso da parte dell’Amministrazione regionale di fronte alla Corte Costituzionale".