Quale futuro per Vda Structure? Liquidazione, società in house o un nuovo piano risanamento

Il gruppo di lavoro di dirigenti regionali ha individuato tre possibili scenari. La strada preferita è quella del nuovo piano di risanamento che dovrà ora essere preparato
La Pépinières d’Entreprises di Aosta
Economia

Un nuovo piano di risanamento “radicale” con la razionalizzazione del patrimonio e l’eventuale ritorno alla Regione degli immobili improduttivi oppure la trasformazione in una società in house, magari con la fusione per incorporazione di Nuv e Coup o ancora lo scioglimento e la liquidazione.
Sono i tre scenari individuati dal gruppo di lavoro composto da dirigenti regionali e di Finaosta incaricati nel settembre scorso di rivedere il modello di organizzazione di Vallée d’Aoste Structure, dopo che la sezione di controllo della Corte dei Conti aveva bocciato il piano di risanamento. 

Per la partecipata regionale, che negli ultimi anni ha registrato bilanci in perdita, i tecnici regionali ritengono innanzitutto necessario rivedere la legge regionale 10/2004 (Interventi per il patrimonio immobiliare regionale destinato ad attività produttive e commerciali) o adottarne una nuova che garantisca una maggiore autonomia alla società, dotandola di mezzi finanziari  – da prevedere sul bilancio regionale – per intervenire sugli immobili a destinazione produttiva.
Altra azione preliminare suggerita è la razionalizzazione del patrimonio immobiliare di Vda Structure attraverso la dismissione di tutti gli assets improduttivi, e in caso di mancata vendita la demolizione degli stessi, o il ritorno alla Regione improduttivi dal punto di vista commerciale ma ancora di interesse pubblico.
Una volta messe in campo queste due azioni propedeutiche, il gruppo di lavoro supportato nella sua analisi da un parere legale fornito dai professori Giovanni Guzzetta e Fabio Cintioli di Roma, ha individuato tre possibili strade da seguire.

Un nuovo piano di risanamento radicale

Secondo i dirigenti regionali e di Finaosta è la strada da preferire. Un nuovo piano che includa il ritorno alla Regione degli immobili improduttivi dal punto di vista commerciale ma di interesse pubblico e che preveda una riorganizzazione aziendale finalizzata a riportare in equilibrio economico la gestione societaria entro un periodo definito. Per costruirlo, secondo il gruppo di lavoro, VdA Structure dovrà avvalersi di una consulenza di alto livello specialistico. 
Fra gli aspetti negativi di questo scenario una perdita importante sul bilancio di Vda Structure nei primi due esercizi, “in relazione, specialmente, alla cessione/demolizione degli immobili improduttivi,  – spiega il gruppo di lavoro nella relazione  – anche a seguito del possibile esito negativo delle azioni di dismissione, che comporterebbe la svalutazione del patrimonio con effetti negativi sul conto economico e la possibilità di riportare in Regione gli immobili improduttivi, ma di interesse pubblico”.
Il piano di risanamento potrebbe poi comportare una riduzione del personale “anche a seguito del venir meno di alcune attività, quali ad esempio la gestione delle Pépinières d’Entreprises nei Comuni di Aosta e Pont-Saint-Martin, o la razionalizzazione delle stesse e e una verifica dei contratti di lavoro”. In ultimo l’alienazione di una parte consistente del patrimonio “potrebbe avere ricadute negative sul tessuto economico-produttivo regionale, per la dimensione ridotta del medesimo e l’elevato numero di beni potenzialmente coinvolti, anche in aree produttive già in crisi”.

La società in house

In questo scenario di trasformazione di Vda Structure in società in house, la stessa non avrebbe più in capo il patrimonio immobiliare che tornerebbe alla Regione, ma fornirebbe i necessari servizi di gestione del patrimonio alla Regione. Quest’ultimi in particolare dovrebbero essere ampliati “considerato che la sola attività di facility managment è ampiamente reperibile sul mercato”. Fra gli aspetti positivi di questa strada il gruppo indica la possibilità di inserire, tra le operazioni societarie, la fusione per incorporazione di Nuv e Coup, valutando l’opportunità di effettuare l’operazione di fusione prima del trasferimento delle quote.
Fra gli aspetti negativi vengono annoverati: nuovi oneri gravanti sul bilancio regionale – (ammortamenti, Imu, Tasi, ecc.), manutenzioni straordinarie a carico del bilancio regionale, tempistiche lunghe e una probabile e importante riduzione complessiva delle unità lavorative.

Liquidazione di Vda Structure

Per la messa in liquidazione della società è previsto in prima battuta il passaggio delle quote da Finaosta alla Regione. Inoltre, prima della liquidazione o nella prima fase della stessa procedura si può ipotizzare un’operazione di retrocessione alla Regione di alcuni beni considerati strategici. Fra gli aspetti positivi di questo scenario: i possibili minori costi a carico della Regione, fatto salvo per i beni che eventualmente ritorneranno in capo alla Regione.
Di negativo: il licenziamento dei 31 lavoratori, di cui 28 a tempo indeterminato e 3 lavoratori a tempo determinato, la gestione dei contratti di locazione in essere e della manutenzione degli immobili, le tempistiche di liquidazione non definibili a priori ma anche i possibili grandi impatti negativi sul mercato immobiliare.

Nell’approvare venerdì scorso la relazione conclusiva del gruppo di lavoro, la Giunta regionale ha dato mandato a Finaosta di effettuare, entro il 31 luglio 2019, il necessario approfondimento tecnico-economico per quantificare i possibili impatti delle alternative individuate, in modo da fornire elementi a sostegno della revisione del Piano, nonché l’analisi di eventuali ulteriori scenari, che possano modificare, o meno, le conclusioni rappresentate.

Dal canto suo Vda Structure dovrà rivisitare il piano di risanamento, entro il 30 giugno, avvalendosi di una consulenza di elevato livello specialistico.

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