Mancano baristi, camerieri, cuochi, addetti alle pulizie. E’ il dramma che si trovano a vivere molti imprenditori, che dopo mesi di chiusure e restrizioni, puntavano sull’estate per la grande ripartenza. Fra le ragioni più citate per spiegare questa mancanza di lavoratori stagionali c’è il reddito di cittadinanza, che dissuaderebbe molte persone dall’accettare un lavoro.
Ma è davvero così? L’abbiamo chiesto alla dirigente del Dipartimento politiche del lavoro e formazione.
“Questo parallelismo qui in Valle d’Aosta lo escludo – spiega Stefania Riccardi – perché l’importo medio qui non è di 780 euro, ma la maggior parte dei beneficiari prende cifre intorno agli 80/100 euro, non sufficienti certo a rifiutare un’offerta di lavoro”.
Secondo gli ultimi dati forniti dall’Inps in Valle d’Aosta da gennaio a maggio 2021 sono 1166 i nuclei (2409 persone) percettori di almeno una mensilità di reddito di cittadinanza. Nello stesso periodo 763 persone hanno fatto richiesta di reddito di cittadinanza. Poche le revoche, 43, mentre i nuclei decaduti dal diritto sono 250.
I beneficiari che arrivano ai centri per l’impiego sono per il 55 – 60% donne, il 40% ha un’età fra i 20 e 35 anni, stessa percentuale della fascia 36 – 50 anni, mentre solo un 20% è nella fascia 51 – 65 anni. La stragrande maggioranza è senza titolo di studio riconosciuto in Italia o con licenza media.
“A causa della Pandemia stiamo finendo ora le convocazioni dei beneficiari, i cui elenchi ci arrivano dall’Inps” prosegue Riccardi. “Stiamo parlando di circa 400 convocazioni. La maggior parte delle persone che colloquiamo hanno trovato un lavoro stagionale.”
La maggior parte dei beneficiari del reddito di cittadinanza in Valle d’Aosta, circa il 60%, è assegnato ai servizi sociali regionali.
“La difficoltà di questa misura è che ha fatto emergere che solo una minima parte dei beneficiari ha residue capacità lavorative” evidenzia Riccardi. “Per questo si configura più come un intervento di tipo sociale.”
Sulla carenza di lavoratori stagionali, problema non nuovo, precisa la dirigente del Dipartimento politiche del lavoro e della formazione la Regione, nell’ambito del piano di politiche del lavoro, sta lavorando a possibili soluzioni.
“Stiamo ragionando nella costruzione di specifiche formazioni, anche in collaborazione con le aziende, proprio perché ci stiamo rendendo conto del gap fra le figure richieste e la formazione generale del paese.” spiega ancora Riccardi. “La pandemia ha fatto emergere un grosso gap in termini digitali. Stiamo pensando per questo ad un percorso specifico sull’operatore informatico, sia in termini di web designer che di gestore di applicativi. Analogamente ci sono delle criticità che registriamo sul fronte turistico. Per alcune tipologie di lavoratori richiesti diventa difficile costruire qui in Valle d’Aosta dei percorsi formativi ad hoc. Fra poco usciremo con la misura del voucher formativo per consentire alle persone che vogliono formarsi anche fuori Valle, di vedersi rimborsare fino all’80% del costo della formazione. Lo sforzo del Dipartimento è quello di potenziare le politiche del lavoro e della formazione, facendo un lavoro più scientifico. Per questo stiamo ragionando con un esperto di politiche di formazione, andando ad indagare quale sarà il fabbisogno nei prossimi cinque anni soprattutto in campo turistico, che è il settore trainante.”