Ritornano gli aiuti a fondo perduto per gli investimenti in agricoltura

Via libera con 25 voti in Consiglio regionale al disegno di legge che rivede la legge regionale 17 del 3 agosto 2016. 3 milioni di euro a disposizione
Economia

E’ arrivato nel tardo pomeriggio di oggi, giovedì 25 gennaio, il via libera al disegno di legge (25 voti a favore, astenuti Pcp, Forza Italia e RV), presentato a inizio gennaio dalla Giunta regionale, che accanto ai mutui a tasso agevolato, reintroduce gli aiuti a fondo perduto per il sostegno agli investimenti.  

L’articolato, che contiene una serie di adeguamenti al nuovo regolamento della Commissione europea, rivedendo la legge regionale 17 del 3 agosto 2016, introduce anche nuove tipologie di aiuti regionali, come il sostegno al settore dell’acquacoltura.

La reintroduzione degli aiuti a fondo perduto con riferimento al sostegno agli investimenti arriva “in un’ottica di coesistenza e complementarietà tra gli aiuti a esclusivo finanziamento regionale e gli aiuti cofinanziati dall’Unione europea nell’ambito del nuovo Complemento di sviluppo rurale 2023/2027, attuativo del Piano strategico della Politica agricola comune (PAC) 2023/2027 dell’Italia”.

Gli aiuti a fondo perduto previsti sono al 100% dei costi ammissibili in caso di investimenti non produttivi; investimenti finalizzati al ripristino del potenziale produttivo e investimenti volti a prevenire e mitigare il rischio di danni arrecati da calamità naturali, circostanze eccezionali e avversità atmosferiche assimilabili a calamità naturali. Il contributo andrà invece fino all’80% dei costi ammissibili per investimenti effettuati da giovani agricoltori; investimenti produttivi legati a uno o più obiettivi specifici di carattere ambientale o climatico o al benessere animale. Scendono invece al al 65% nel caso di investimenti per l’irrigazione nell’azienda e al 60% dei costi ammissibili in tutti gli altri casi.

Il Dl restringe la possibilità di concedere aiuti agli investimenti per l’attività agricola a soggetti privati diversi dalle piccole e medie imprese (PMI), prevedendo come possibili beneficiari solo i proprietari di alpeggi o mayen, ancorché non titolari o conduttori di impresa agricola, limitatamente agli interventi destinati alla produzione agricola primaria realizzati in questi siti, escludendo quindi la possibilità di finanziamento per il fondo valle.

Per promuovere  l’avvio di nuove piccole e medie imprese operanti nell’emergente settore dell’acquacoltura, il disegno di legge prevede la concessione di aiuti sotto forma di mutui a tasso agevolato e aiuti a fondo perduto per incentivare l’imprenditorialità e la creazione di imprese di acquacoltura sostenibile.

Gli aiuti possono essere concessi agli acquacoltori che fanno il loro ingresso nel settore, a condizione che possiedano conoscenze e competenze professionali adeguate e creino per la prima volta una piccola e media impresa operante nel settore, assumendone la titolarità e presentando un piano aziendale per lo sviluppo dell’attività.

Viene poi alzato a quaranta euro l’aiuto massimo previsto ad alveare, in considerazione dell’incremento generale dei costi sofferto anche dal settore apistico negli ultimi tre anni. È eliminato, inoltre, il riferimento alle avversità atmosferiche perché le perdite potrebbero essere determinate anche da altre cause.

Anche per l’avvio e lo sviluppo di attività turistiche sono previsti aiuti sotto forma di mutui a tasso agevolato, ma anche aiuti a fondo perduto fino ad un massimo dell’80% delle spese ammissibili,

Previsto poi a favore delle consorterie, un aiuto una tantum a fondo perduto pari a 1.000 euro per le spese propedeutiche alla registrazione delle medesime nell’apposito registro istituito.

Durante la discussione è stato approvato anche un ordine del giorno della Lega Vda che impegna il Governo a portare entro 12 mesi in Commissione degli studi aggiornati sulla zootecnia valdostana. “Se si analizza la produttività totale del lavoro delle aziende, spiccano quelle del settore vitivinicolo, con 60mila euro di retribuzione totale annua, contro i 38mila di quelle di bovini; la produttività netta della terra dà un valore aggiunto di 28mila euro per le vigne, 9mila per la frutta, 677 euro per i bovini. Dati che fanno capire che saranno le aziende zootecniche ad avere maggiore bisogno degli aiuti definiti da questa legge” ha evidenziato il consigliere del Carroccio Erik Lavy.

Il Corrado Jordan ha ricordato come fino al 2016 la legge sosteneva in maniera importante il settore, poi i tagli al bilancio regionale hanno costretto ad una riduzione delle risorse destinate. “Consci del valore che l’attività agricola ha sugli altri settori economici della nostra regione e del suo ruolo nella protezione del territorio, bisogna ora in maniera coerente, garantire un sostegno finanziario che possa permettere di compensare i costi associati al lavoro su un territorio con difficoltà strutturali importanti rispetto ad altre realtà agricole”.

Annunciando l’astensione del proprio gruppo Dino Planaz di Rassemblement Valdôtain ha spiegato: ” Questa legge prevede forme di sostegno che avrebbero dovuto essere mirate, valorizzando ad esempio le imprese giovani. Anche le associazioni di categoria, soprattutto del comparto zootecnico, lamentano la mancanza di una politica concreta di incentivi. È importante l’attenzione riservata al settore apistico perché bisogna puntare alla biodiversità e si dovrebbe investire anche sulle attività che non producono reddito ma il cui lavoro ha una ricaduta importante sul nostro territorio. Non voteremo questo disegno di legge perché manca di quelle risposte radicali necessarie per invertire la rotta.”

Sottolinea i 3 milioni di euro stanziati nel bilancio l’Assessore regionale all’agricoltura Marco Carrel per dire: “Un testo importante perché raggruppa tutto il settore agricolo valdostano, cercando di tutelare tutte le imprese che lavorano sul nostro territorio. Le risorse sono limitate, ma il nostro ragionamento non è stato solo economico: abbiamo cercato di trovare gli sviluppi dell’agricoltura del domani, integrando le informazioni a disposizione degli uffici con quelle delle associazioni di categoria, che sono state coinvolte nel percorso di elaborazione del testo. Una legge quindi che è il frutto di una mediazione con il mondo agricolo ed esprima la volontà politica di questo governo di dare risposte concrete ad un settore in difficoltà.”

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