“Ribadendo la correttezza del nostro comportamento, ci impegnamo ad erogare con la prossima retribuzione, a titolo di anticipazione, l'importo trattenuto e relativo al quadrimestre e ad estendere anche per la mensilità di luglio la stessa anticipazione delle ore lavorate. Ovviamente non intendiamo modificare il cedolino paga del mese di giugno sino al raggiungimento di un accordo complessivo e definitivo sugli esuberi”.
Se da una parte il testo di questa lettera, inviata venerdì scorso dalla cooperativa Kcs Caregiver di Bergamo ai sindacati, manifesta una certa apertura nel riaprire il confronto sulla banca delle ore dei lavoratori dei servizi a domicilio, dall'altra l'Fp-Cgil, la Cisl-Fp, il Savt servizi e la Uil-Fpl hanno deciso di confermare lo sciopero indetto per oggi.
La ragione è semplice: i sindacati non accettano la dicitura “a titolo di anticipazione”. “Se dei lavoratori sono stati assunti per fare 38 ore hanno il sacrosanto diritto di essere pagati per quelle – spiega Natale Dodaro, Uil – lo dice il contratto nazionale e quindi quel denaro è una restituzione dovuta dall'azienda, non un anticipazione”.
I sindacati perciò continuano a considerare illegittimo il conguaglio che l'azienda ha fatto nelle buste paga di giugno, in cui ha prelevato il denaro corrispondente alle ore non lavorate dai circa 120 soci-dipendenti impegnati nel Sad: “Si va da 70-80 euro per alcuni, 300, 500 o 800 euro per molti altri, fino a 1200 per 7-8 lavoratori”, ricorda il Cgil Igor De Belli. Una media di circa 700 euro in meno a dipendente.
Il tutto si spiega con la presenza di esuberi nel passaggio dal vecchio al nuovo bando e quindi dalla vecchia alla nuova gestione, ma i rappresentanti sindacali contestano scarsa chiarezza su quante siano in realtà le ore di troppo: “Al primo incontro che abbiamo fatto, tra il nostro piano di lavoro annuale e quello dell'azienda, c'era una differenza di 20 mila ore – racconta De Belli – non una cosa da poco”.
Dodaro lamenta una generale “scarsa chiarezza nei dati sul costo del lavoro”. Piero Epiney del Savt sottolinea come manchi una giusta divisione delle ore tra dipendenti: “C'è chi arriva a fare ore di straordinario, mentre alcune lavoratrici fanno zero ore”. Poi aggiunge: “Siamo venuti a sapere dell'utilizzo di lavoratori interinali, al posto di coloro che sono lasciati a casa: ci troviamo di fronte ad una cooperativa sociale che si comporta come un'azienda qualunque, che fa di tutto per avere profitti a discapito dei lavoratori”.
I sindacati si fanno forti della diffida alla Kcs da parte del Comune di Aosta, inviata nel mese scorso, che a proposito della questione imponeva “il rispetto del capitolato dell’appalto per i servizi agli anziani”. “L'impressione – afferma De Belli – è che l'ultima apertura dell'azienda sia arrivata per scongiurare azioni da parte del Comune, più che per convinzione”.
Secondo i presenti alla conferenza stampa di questa mattina, nella sede della Cisl, lo sciopero ha avuto un'alta adesione, escludendo quei lavoratori che dovendo garantire un servizio essenziale non si possono assentare. Ora si aspetteranno i cedolini di agosto, per controllare che sia “restituito” il denaro dovuto, al che si potranno ricominciare gli incontri con l'azienda, “in sede sindacale”. “Se ci sono degli esuberi – fa sapere infine De Belli – bisognerà che siano analizzati e contestualizzati”.