Si mantiene stabile la crisi in Valle d’Aosta, in ripresa solo l’export

La rilevazione trimestrale di Confindustria consegna ancora una situazione di stagnazione. I livelli di produzione, gli ordini e l'occupazione restano negativi. Unico dato in recupero è l’export, che guadagna 15 punti rispetto alla precedente indagine.
Economia

Nel quadro a tinte fosche dell’economia valdostana, l’unico spiraglio di luce arriva dall’export. La rilevazione trimestrale di Confindustria consegna ancora una situazione di stagnazione.  I livelli di produzione, gli ordini e l’occupazione restano negativi. Unico dato in recupero è l’export, che guadagna 15 punti rispetto alla precedente rilevazione. L’attività di investimento resta debole: solo il 20% ha programmi di investimento di rilievo.

Secondo Confindustria: “La sostanziale stabilità degli indicatori a consuntivo costituisce però un elemento positivo, in particolare il tasso di utilizzo degli impianti, benché assestato su livelli molto bassi (meno del 70%), è in lieve recupero (dal 60% dell’ultima rilevazione al 65%), e la variazione degli investimenti programmati che torna su livelli positivi dopo quattro trimestri.”

Stabili anche i dati sull’occupazione e sul ricorso alla cassa integrazione cosi come i tempi di pagamento (per i privati, da 86 giorni del trimestre precedente, ad 88 giorni dell’attuale e per le pubbliche amministrazioni il dato resta invariato a 85 giorni) e per la maggior parte delle imprese, i ritardi negli incassi.

In peggioramento il dato delle imprese che dichiarano di avere un carnet ordini inferiore ad un mese (dal 16,67% al 20%) e contemporaneamente diminuisce quello delle imprese che dichiarano un carnet ordini superiore ai tre mesi (da un 26,67% ad un 20%), tuttavia, il 60% delle imprese ritiene che il loro carnet sia ancora sufficiente a coprire da uno a tre mesi di produzione.

“Quest’ultima percentuale – continua Confindustria – giustificherebbe anche il saldo positivo del dato relativo alla variazione degli investimenti programmati che torna positivo dopo un anno, attestandosi su di un 3,45% (l’ultimo dato positivo – +12,82% – risale, infatti, al 4° trimestre 2011) ed è anche in linea con un leggero miglioramento della percentuale di utilizzo medio degli impianti, rispetto al trimestre precedente: dal 60,24% al 65,28%.”

Per i prossimi tre mesi gli imprenditori intervistati non credono in un peggioramento della già difficile situazione. Sul fronte produttivo, la rilevazione mostra un leggero miglioramento rispetto al trimestre precedente, passando da un -36,67% del trimestre precedente ad un – 28,57% dell’attuale.
Permangono le situazioni di rallentamento così come segnalato dal 39% del campione, ma si registra un’elevata percentuale (50%) di imprese che hanno indicato di non aver riscontrato variazioni rispetto al mese precedente. Solo l’11% del campione ha dichiarato invece di aver registrato un aumento dell’attività produttiva. Le attese delle imprese per l’acquisizione di nuovi ordini continuano a far registrare valori negativi.

L’elemento di novità più interessante è il lieve “rimbalzo” degli ordini export: il saldo ottimisti-pessimisti, in costante discesa dal secondo trimestre 2012 fa registrare un “recupero”, guadagnando 15 punti percentuali, passando dal -25% della scorsa indagine, all’attuale -10%.
Stabile anche la situazione degli investimenti, il 43,33% degli imprenditori non è ancora nelle condizioni di dare il via a un nuovo ciclo (dato, comunque, in miglioramento rispetto agli ultimi due trimestri dello scorso anno). Va detto però che il 36,67% programmerà investimenti per sostituzioni, e solo il 20% lo farà per ampliare la propria.
 

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