“I lavoratori precari della sanità rappresentano il 25% dell’intero comparto, un dato enormemente più alto rispetto alla media nazionale, pari all’8%, e al limite del 7% di personale interinale utilizzabile fissato per i contratti di lavoro delle pubbliche amministrazioni. Senza di loro, molti servizi fondamentali per i cittadini rischiano di scomparire: è ora di fare qualcosa per risolvere questa situazione che si trascina ormai da anni”.
L’appello è stato lanciato questo pomeriggio dai rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Savt, durante una conferenza stampa congiunta sul tema “La sanità valdostana in cifre”. Sui circa 2400 addetti del servizio regionale, più di 400 sono a tempo determinato.
Secondo i sindacati, lo scorso ottobre l’Usl avrebbe promesso che entro la fine dell’anno sarebbero stati banditi concorsi per 80 posti di lavoro, 40 da infermiere, 20 per amministrativi e altri 20 da operatore sanitario. “A oggi – spiega Natale Dodaro, segretario regionale della Uil – non se ne sa ancora nulla e in ogni caso non basterebbero per risolvere il problema”.
In compenso, sarebbero in procinto di essere rinnovati, per un solo anno e con le stesse condizioni applicate nel 2011 (cioè la decurtazione del monte ore), tutti i contratti a tempo determinato. “Questa è la strada molto discutibile intrapresa dall’USL per affrontare la riorganizzazione del personale – ha spiegato Jean-Pierre Guichardaz, responsabile dell’area sanità della CGIL – che in ogni caso non sortià l’effetto desiderato, datoper mantenere inalterato il livello dei servizi stessi, non si farà che aumentare le ore di straordinari, e il relativo costo, di chi invece è assunto a tempo indeterminato”.
Cosa chiedono allora i sindacati? ”Lo scorso anno l’azienda ha speso 16 milioni di euro per i precari – ha dichiarato Graziano Tacchella, della Cgil funzione pubblica – vorremmo semplicemente che questi soldi fossero utilizzati per assumere in maniera definitiva il personale, secondo il fabbisogno reale dell’Usl stesso”.