‘Vogliamo un ufficio Istat regionale sul modello di Trento e Bolzano’

L'annuncio di Caveri durante la presentazione dell'annuario statistico regionale. Aumentato del 14% il numero delle tabelle che passano da 379 alle attuali 434. Ampliate le sezioni su famiglia, istruzione, cultura e sport, sanità e assistenza socia
Da sinistra Claudio Moriani, Luciano Caveri e Aurelio Marguerettaz
Economia

“Dobbiamo lavorare per avere una norma di attuazione dello Statuto speciale che consenta la nascita di un ufficio regionale dell’Istat”. L’annuncio è del presidente della Regione, Luciano Caveri, nel corso della presentazione della seconda edizione dell’annuario statistico della Valle d’Aosta realizzato in collaborazione con la Camera di commercio e l’Istat.

Il presidente della Regione si ispira a quanto è avvenuto nelle province autonome di Trento e Bolzano dove sono stati provincializzati gli uffici di statistica. “Certo, saranno da valutare i costi – ha commentato Caveri – ma un ufficio Istat regionale consentirebbe di avere dati precisi e aggiornati capaci di orientare realmente le scelte dell’amministrazione”.

L’edizione 2008 dell’annuario statistico arriva a cinque anni di distanza dalla precedente e riporta diverse novità. “Abbiamo aumentato del 14% il numero delle tabelle – ha spiegato il direttore dell’ufficio Istat per il Piemonte e la Valle d’Aosta, Claudio Moriani – passando da 379 tavole alle attuali 434”. Sono, infatti, state ampliate o create ex novo le sezioni su famiglia, istruzione, cultura e sport, sanità e assistenza sociale. In totale sono 22 le sezioni attraverso cui la Valle d’Aosta viene fotografata per dare una panoramica completa delle trasformazioni del nostro territorio.

Per l’assessore alle Finanze, Aurelio Marguerettaz, l’annuario è “un indispensabile strumento di lavoro per leggere la realtà e fondare le scelte politiche”. Per il presidente della Camera di commercio, Pierantonio Genestrone, “i dati Istat testimoniano una natalità lenta dell’imprenditoria valdostana, ma allo stesso tempo una buona crescita del manifatturiero alimentare e una buona consistenza dell’imprenditoria femminile, decisamente sopra la media nazionale”.

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