L’impresa di Luca “Jesus” Terenziani sul Sentiero Italia CAI, dal mare di Muggia alle vette del Monte Rosa

Luca “Jesus” Terenziani sta percorrendo a piedi i 7.000 km del Sentiero Italia CAI, zaino in spalla e tenda al seguito. Un viaggio tra montagne, borghi e natura selvaggia, raccontato giorno per giorno sui social che lo ha portato in Valle d'Aosta fino alla cima di Capanna Margherita.
Luca Jesus Terenziani a Capanna Margherita
Montagna

Tre mesi e mezzo a piedi, sempre con uno zaino da 20 chili sulle spalle, dormendo in tenda, attraversando regioni, catene montuose, parchi naturali e piccoli borghi. È questa la vita che il 43enne Luca Jesus Terenziani, camminatore, ha scelto dallo scorso 18 maggio, quando è partito da Muggia (Trieste) con l’obiettivo ambizioso di percorrere l’intero Sentiero Italia CAI, un percorso di 7.000 chilometri e 350.000 metri di dislivello attraverso l’intera dorsale montuosa della penisola.

Dopo aver attraversato le Alpi Giulie, le Carniche, le Dolomiti, le Retiche, le Orobie e le Lepontine, Luca è arrivato in Valle d’Aosta e, il 24 agosto, ha raggiunto Capanna Regina Margherita, a 4.554 metri sul Monte Rosa. Nessuno prima di lui aveva inserito questa variante nella traversata, portando il Sentiero Italia fino alla vetta più alta d’Europa raggiungibile a piedi. Luca sta aggiornando giorno per giorno le sue pagine social per documentare la sua esperienza. Quando lo contatto per fargli delle domande e chiedergli cosa spinge una persona a lasciare tutto per mesi e a vivere lungo i sentieri tra fatiche quotidiane, innumerevoli incertezze logistiche e silenzi profondi, è intento a scendere verso Gressoney alla ricerca di un negozio specializzato dove poter “svuotare” il suo telefono che è ormai pieno di foto e video.

Gli lascio il tempo per rispondere con calma, per non interrompere il suo cammino e riuscire a risolvere il problema. Il nomignolo “Jesus” deriva da come gli speaker lo annunciavano all’arrivo alle gare, per via della sua barba e i capelli lunghi. Questo accadeva quando praticava la corsa agonistica, ma lui si sente più come Forrest Gump perché proprio come il protagonista del film, da quando ha iniziato a camminare, non vuole più smettere di farlo. “Tutto è cominciato dopo una delusione lavorativa – spiega Luca-  quando ho perso il lavoro e per superare il momento di difficoltà ho iniziato a camminare e a fare i primi cammini ‘classici’ come la Via degli Dei che collega Bologna a Firenze”.

“Il Sentiero Italia mi sembrava l’occasione perfetta perché lo hanno concluso solo sei persone e volevo provarci anch’io. Non per un record, ma perché amo l’Italia e volevo vederla camminando, passo dopo passo per scoprirla dal punto di vista geografico, conoscere le persone e perché amo davvero il mio paese”.

Prima di lanciarsi in questa impresa, Luca non ha improvvisato. “Non si parte da sprovveduti – dice infatti –. Ho dedicato un anno e mezzo alla preparazione: sette cammini lunghi in otto mesi, poi altri cinque nei due mesi e mezzo prima della partenza. Sempre con zaino da 18-20 chili, per abituarmi al peso e ora quando è carico arrivo a portarne anche 20.”

Il training, tra escursioni, ciaspolate e ferrate, oltre ai 14 anni di corsa agonistica, gli ha dato la sicurezza necessaria: “Dopo i chilometri percorsi ed il dislivello accumulato ora mi sento più forte ogni giorno, fisicamente e mentalmente. Non bisogna mai pensare al punto di arrivo, ma vivere il viaggio giorno per giorno”.

Nel suo racconto emerge non solo la fatica e la durezza di un’avventura vissuta in completa autonomia, ma anche la bellezza semplice di una quotidianità fatta di paesaggi che cambiano ogni giorno, di pasti improvvisati, di incontri con la gente lungo la strada. Una vita da nomade moderno, che alterna la durezza dei chilometri alla libertà di un viaggio senza vincoli.

Il suo viaggio lo sta portando ad affrontare i tratti più selvaggi e isolati del Sentiero Italia. “In Friuli ho vissuto i momenti più duri su sentieri poco battuti, poca acqua, per bere ho dovuto filtrare neve in alcuni tratti di alta montagna. In Lombardia, invece, mi sono scontrato con pendenze verticali da muro ma so che avrò ancora tante altre prove dure da affrontare man mano che andrò avanti”. Non sono mancate le emozioni. “L’incontro più bello? Vedere un orso a cento metri da me, nel versante austriaco. Erano sedici anni che sognavo quel momento e quando me lo sono trovato davanti è stato bellissimo, ma sapevo come dovevo comportarmi e non mi sono trovato in una situazione di pericolo”.

Un capitolo speciale della sua avventura è stata proprio la variante che lo ha portato alla Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa. “Era un sogno che avevo da cinque anni. Quando sono arrivato su, con la guida alpina che ho scelto per accompagnarmi, ho capito davvero cosa avevo fatto. Non l’aveva mai tentata nessuno di quelli che hanno fatto il Sentiero Italia – spiega -, ma era un mio sogno e volevo realizzarlo ad ogni costo e farlo passando da Alagna è stato indescrivibile. 16 km di con 2300 m D+ fino al Rifugio Mantova, dove ho dormito in tenda a 3.500 metri prima di salire fino in cima. Solo scendendo mi sono reso conto di quello che avevo appena fatto”.

Luca Jesus Terenziani a Capanna Margherita
Luca Jesus Terenziani a Capanna Margherita

Luca viaggia solo, ma è accompagnato da tantissima gente che lo segue sui social, gli scrive e che incontra anche sul cammino. Lui continua, però, solo con il suo zaino: “Ormai siamo una cosa sola – scherza –. Come Pantani con la sua bici. Tante salite le dedico a lui”.

L’alimentazione è semplice e senza schemi. Tanta pasta cucinata con il fornelletto, integratori quando servono e un motto che lo guida sempre: Non mollare mai, perché appena molli, tutti ti mollano. Ed è questo il motto che ha fatto mettere sulle t-shirt che vende online per autofinanziarsi. “Ho provato a proporre la mia avventura ai brand di abbigliamento tecnico più blasonate per darmi una mano e sponsorizzare la mia impresa fornendomi dei prodotti, ma mi hanno sempre snobbato”. La motivazione resta personale: “Il Sentiero Italia non è una passeggiata. Sui social magari sembra facile, ma non lo è. Non lo consiglierei a chi non ha esperienza di montagna. È un viaggio bellissimo, ma bisogna sapere cosa si fa”.

Il percorso, che lo ha portato in Valle d’Aosta, verso la fine del suo lungo trekking è ancora lungo, ma Luca già guarda oltre: “Vorrei scrivere un libro della mia esperienza e sto prendendo appunti. E poi fare serate, raccontare quest’esperienza sicuramente anche grazie al CAI. Già in tante persone mi scrivono e so che quando arriverò in Sardegna troverò molti li ad aspettarmi pronti a festeggiare con me”.

Per lui, il Sentiero Italia non è solo un’impresa fisica ma una dichiarazione d’amore al suo Paese: “È il trekking più bello della mia vita. Montagne, paesi, italiani accoglienti. Un viaggio di storia e geografia. Un modo per sentirmi parte di qualcosa di più grande”.

In un mondo dove dominano la velocità, le gare e i record, c’è chi sceglie di andare controcorrente decidendo di camminare senza badare troppo al cronometro e vivendo il viaggio come esperienza di scoperta. È il mondo dei cammini, una forma di turismo lento che in Italia sta attirando sempre più appassionati e l’impresa di Luca ne fa parte. Dalla popolarità della Via Francigena al mito del Cammino di Santiago, sempre più persone scoprono il valore spirituale, sportivo e culturale del muoversi a piedi.

Tra questi itinerari, il Sentiero Italia CAI è forse il più ambizioso. Un gioiello ancora poco conosciuto ma di straordinario valore con i suoi circa 7.000 km e 350.000 metri di dislivello, attraversa l’intero Paese dalle Alpi alla Sicilia, fino alla Sardegna, toccando borghi, parchi naturali e territori spesso lontani dalle rotte del turismo di massa. È il cammino più lungo del mondo percorribile interamente a piedi, unisce oltre 500 tappe ed è stato concepito dal Club Alpino Italiano come un filo rosso che lega l’Italia da nord a sud.

Si tratta di un viaggio che racconta l’Italia autentica, lontana dalle rotte turistiche, ed è oggi considerato uno dei cammini più lunghi e impegnativi del mondo. Secondo uno studio condotto dal Centro Studi del Touring Club Italiano per Enit, in collaborazione con Ipsos, il turismo escursionistico – definito come un turismo itinerante a piedi in contesti rurali o montani, per motivazioni naturalistiche, spirituali o di benessere – conta oggi 2,7 milioni di praticanti solo in Italia, a fronte di numeri ancora più alti in Germania (4,6 milioni), Francia (4,5) e Regno Unito (5,4). L’Italia, però, resta il Paese più desiderato per una vacanza lenta, con oltre 100 cammini censiti per 30.000 km complessivi.

Lo studio ha inoltre evidenziato come i cammini non siano solo sentieri, ma veri e propri prodotti turistici in crescita Ad oggi il 76 per cento dei percorsi ha siti web dedicati che forniscono tracce GPS e servizi lungo il tracciato, il 73 per cento rimanda a canali social e oltre la metà offre contenuti multilingue, mentre uno su quattro segnala in tempo reale le condizioni del percorso. Numeri che dimostrano come il turismo lento, nato come una pratica di nicchia, stia diventando un fenomeno culturale ed economico sempre più rilevante, capace di coniugare sostenibilità, valorizzazione dei territori e sviluppo locale.

Negli ultimi anni i grandi cammini sono diventati un fenomeno mondiale. Basti pensare al Cammino di Santiago, che ogni anno richiama centinaia di migliaia di pellegrini da tutto il mondo, o alla Via Francigena, che attraversa la nostra Regione partendo da Canterbury fino a Roma e ancora oltre fino a Santa Maria di Leuca. In Francia spiccano percorsi come il GR20 in Corsica, considerato uno dei trekking più duri del continente, mentre negli Stati Uniti il mito è rappresentato dall’Appalachian Trail, lungo oltre 3.500 km.

I cammini storici e spirituali come Santiago o la via Francigena si fondano su radici medievali e religiose, mentre il Sentiero Italia rappresenta invece una narrazione contemporanea intrecciando natura, cultura, identità locali e resistenza fisica.

È possibile seguire Luca direttamente sulle sue pagine social Facebook e Instagram -, dove ogni giorno racconta la sua avventura. O, magari, incontrarlo sui sentieri.

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