L’alta frequentazione della bassa e media montagna da parte di professionisti, turisti, escursionisti ed arrampicatori può creare degli elementi di disturbo per la flora e la fauna di alcuni luoghi particolarmente sensibili. Per questo motivo, dopo un’interlocuzione nata anni fa, è stata lanciata una campagna di sensibilizzazione per la convivenza tra arrampicata sportiva e tutela della fauna rupicola, grazie al lavoro sinergico del Gruppo Piemontese Studi Ornitologici e Société de la Flore Valdôtaine, Unione Valdostana Guide di Alta Montagna e Regione, in particolare con l’Assessorato all’agricoltura e risorse naturali e allo Sport e Turismo.
La campagna, presentata ieri in conferenza stampa, prevede alcuni incontri sul territorio per informare e sensibilizzare chiunque frequenti la montagna. “In alcune regioni, come ad esempio la Liguria, ci sono state delle battaglie tra ornitologici e professionisti che non fanno bene a nessuno”, spiega Ezio Marlier, presidente UVGAM. “Abbiamo trovato una soluzione che vada incontro a tutti, con delle linee guida che rispettano la natura ma non siano a discapito di professionisti, turisti e frequentatori”.
Sono stati censiti diversi siti di arrampicata della regione, confrontati poi con i dati degli ornitologi per capire se ci fossero zone maggiormente sensibili dal punto di vista ecologico. Al momento ne risultano due, l’Envers del Paretone di Arnad e il Pilier Rhodoz, per i quali occorre limitare la frequentazione al periodo 1° luglio – 10 gennaio.
“Le problematiche che nascono sono spesso inconsapevoli”, dice Massimo Bocca, della Société de la Flore Valdôtaine. “Le pareti sono vive, ospitano organismi viventi, alcuni particolarmente sensibili. Alcuni uccelli, come passero solitario, gufo reale, falco pellegrino o gipeto hanno meno di 20 territori riproduttivi in Valle d’Aosta, per cui è importare non creare disturbo, in particolare nel periodo di riproduzione. I problemi più grandi riguardano le pareti di bassa quota, soprattutto le più estese”.
L’accordo era stato siglato il 6 marzo, “per la volontà di far convivere le esigenze delle risorse naturali e quelle turistiche e del mondo dell’arrampicata e delle guide”, commenta l’assessore Marco Carrel. “È importante sensibilizzare i fruitori della montagna sulle buone norme per agevolare la convivenza tra uomo e natura”.
Una questione che riguarda in buona parte anche l’aspetto turistico e sportivo, come spiega l’assessore Giulio Grosjacques: “Dobbiamo rispettare l’ambiente in cui viviamo, ma dobbiamo preservarlo anche per chi viene nella nostra regione come turista. Con questo protocollo andiamo a risolvere un problema – che poteva diventare antipatico – tra ambiente, turismo e attività sportiva”,
Una risposta
Complimenti per l’iniziativa. Ricordiamoci che siamo i custodi di questo piccolo paradiso: lo è per la presenza di flora e fauna.