Una questione di famiglia: i cugini François e Michele Cazzanelli e Stefano Stradelli aprono il “Nodo infinito” sul Cervino

Il Nodo Infinito “è un simbolo buddhista che rappresenta una grande unione duratura nel tempo: ci sembrava il nome appropriato per una via che ci lega così profondamente”, spiega François Cazzanelli.
François Michele Cazzanelli Stefano Stradelli Nodo infinito foto di Damiano Levati
Montagna

Tre cugini che, per festeggiare il nuovo ingresso di due di loro tra le Guide alpine, decidono di aprire una nuova via sulla montagna di casa, il Cervino. È nata così l’impresa messa a segno da François e Michele Cazzanelli e Stefano Stradelli negli scorsi giorni, proprio nell’anno che segna il 160° anniversario della prima salita sulla Gran Becca e la nascita delle Guide del Cervino, di cui i tre cugini fanno parte.

Il Nodo Infinito (480 m., 7b max, 6c obbl., 11 tiri) “è un simbolo buddhista che rappresenta una grande unione duratura nel tempo: ci sembrava il nome appropriato per una via che ci lega così profondamente”, spiega François Cazzanelli, che meno di un mese fa aveva concatenato i Monte Rosa South Ridges. Una nuova via sullo Scudo del Pic Tyndall, sulla parete sud del Cervino, che il più esperto dei cugini aveva in mente da tempo: “Avevo già aperto una via poco più a destra e sapevo che la roccia era molto bella, sapevo abbastanza bene come muovermi. Siamo tutti e tre di lì, l’abbiamo monitorata da casa tutti i giorni, quando abbiamo visto che le condizioni erano buone siamo partiti”.

Due giorni con bivacco in parete, l’8 e il 9 agosto, poi la beffa: al penultimo tiro nel diedro una cascata d’acqua aveva reso impossibile chiudere la via. “Subito eravamo un po’ delusi, dopo tanta fatica, ma ci siamo detti di tornare una terza volta per arrampicare in libera e finirla nelle condizioni adeguate”, prosegue François Cazzanelli. E così è stato, il 18 agosto.

L’euforia iniziale di avercela fatta ha poi lasciato spazio alla concentrazione per la discesa: “In quei momenti non ti dici mai granché, perché la discesa era stata ulteriormente complicata dalla nebbia che stava salendo. Ma una volta tornati a casa abbiamo fatto una cena rilassante in famiglia”.

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