L’ampliamento dell’aeroporto Corrado Gex di Saint-Christophe era il tema al centro del dibattito svoltosi nella serata di mercoledì 7 gennaio a Palazzo Regionale. L’incontro è stato organizzato dall’Amministrazione regionale in risposta a un documento sottoscritto da 175 valdostani. Diverse le perplessità sollevate dal “comitato dei 175” e illustrate da Paolo Louvin. “In particolare – ha spiegato Louvin – ci chiediamo se sia opportuno proseguire nell’ampliamento. Quali saranno gli impatti? Quali i rischi? Non sarebbe preferibile potenziare e incentivare il collegamento con Caselle?”.
Per quanto concerne i rischi si può stare tranquilli. Ad affermarlo sono gli esperti intervenuti al dibattito, come l’ingegnere (nonché pilota) Carlo Criscuolo, responsabile della progettazione: “Tutto l’iter – ha precisato – è stato seguito e approvato dall’Enac (Ente nazionale aviazione civile) e non sono stati fatti sconti sulla sicurezza”. Lo scalo valdostano, in seguito all’ampliamento potrà ospitare aerei di dimensioni superiori rispetto a quelli odierni, per un massimo di circa 70-80 passeggeri. Alcuni dubbi sono sorti a causa delle caratteristiche orografiche e metereologiche (forte vento) che richiedono una particolare preparazione dell’equipaggio. L’ingegner Crisuolo, anche in questo caso, ha rassicurato l’uditorio: “si tratta di corsi di formazione che in parte possono essere svolti in maniera autonoma, sul computer. La formazione sul campo, infatti, è necessaria solo per gli atterraggi in notturna”.
Il presidente della giunta, Augusto Rollandin, ha preso parte all’incontro assieme agli assessori Aurelio Marguerettaz (turismo), Manuela Zublena (ambiente) e Marco Viérin (opere pubbliche). “Siamo disponibili a qualsiasi chiarimento – ha detto Rollandin – ma occorre aver presente un punto: i lavori sono già partiti, sono in fase di attuazione. Possiamo ragionare su quel che non è stato ancora fatto, per esempio i locali del nuovo autoporto”.
Dopo due ore di dibattito è quindi apparso che non dovrebbero esserci grandi problemi per la sicurezza. Anche l’inquinamento (sia acustico che atmosferico) dovrebbe mantenersi nei parametri di legge, questo perlomeno è emerso dagli studi fatti dall’Arpa. Ma la convenienza? Proprio la convenienza pare essere il punto dolente. Le più rosee delle previsioni paventano una perdita annuale di circa 1 milione e mezzo. Ed ecco che un architetto dal pubblico si chiede: “Perché non potenziare il treno e gli altri tipi di trasporto, più economici e più utilizzati? Mia figlia ha due anni, quando ne avrà venti e andrà all’università, prenderà il treno – rimasto ai livelli di trent’anni fa – o l’aereo?”.
Lo stesso Rollandin ha ammesso che i business plan commissionati prevedono una perdita di circa 1,5 milioni ma, ha precisato: “Si tratta della stessa perdita che l’aeroporto ha allo stato attuale. Lo scopo è quello di portare un numero maggiore di turisti, difficile fare un numero, si tratta, lo ammetto di una scommessa, ma l’incremento secondo gli studi dovrebbe aggirarsi attorno alle 20mila presenze. Il deficit è anche il frutto di una scelta. Non vogliamo incrementare troppo il traffico aereo, ma mantenerlo entro limiti ragionevoli”. Lo scopo principale, par di capire, non è il profitto, almeno non quello immediato.
"Diversi sono stati i punti affrontati e su molti punti è stata fatta chiarezza – ha ammesso Paolo Louvin – ma come dite i lavori sono già in corso. Sarebbe auspicabile che l’amministrazione organizzasse questi dibattiti pubblici prima e non a cose fatte. Prenoto sin d’ora – ha chiosato Louvin – un dibattito sull’inceneritore”.