Il Consiglio regionale ha approvato ieri, con 22 voti a favore e 7 astensioni (Alpe e PD), le modifiche definitive al Piano regionale delle attività estrattive (Prae) in aggiornamento al testo adottato a giugno 2009 in materia di disciplina delle cave, delle miniere e delle acque minerali naturali, di sorgente e termali.
In particolare, la normativa regionale prevede che il Piano sia sottoposto ogni triennio a verifica: l’iter era stato avviato a ottobre 2012, dopo la fase di Valutazione Ambientale Strategica, con l’approvazione da parte del Consiglio Valle delle proposte di modifica, sulle quali sono pervenute in questi mesi alcune osservazioni da parte dei soggetti interessati.
Le variazioni sono state illustrate dall’Assessore al territorio e ambiente, Manuela Zublena, che ha sottolineato come “il Piano sia uno strumento di riferimento aggiornato, che è stato individuato con l’intento di minimizzare gli impatti sul territorio dell’attività estrattiva e di rispondere ai requisiti di sostenibilità ambientale garantendo contemporaneamente il soddisfacimento della domanda di materiale per l’attività edilizia e attenzione ai problemi occupazionali”. L’Assessore ha poi spiegato che “è stata operata una riduzione delle superfici e dei volumi estraibili in tutti i settori coerenti con il fabbisogno locale”.
Fortemente critica la posizione di Alpe e Pd. In particolare, il Vicepresidente del Consiglio, Albert Chatrian, ha sottolineato che “nelle audizioni, gli imprenditori avevano avanzato una richiesta precisa: meno burocrazia. In questo documento, però, non c’è nessuna semplificazione”. Chatrian, nell’annunciare l’astensione di Alpe, ha poi biasimato la mancanza di concertazione. “Se fossimo stati al governo – ha spiegato – avremmo messo tutti gli attori attorno a un tavolo, comprese, in particolare, le associazioni ambientaliste. Il bene
primario per la Valle d’Aosta è l’ambiente: con un dialogo costruttivo, un equilibrio si sarebbe certamente trovato. Invece, l’assessore Zublena non lo ha fatto, in questa come in altre occasioni. La concertazione è un modus operandi necessario quando gli attori non riescono a trovare una sintesi e sarà una dei capisaldi del nostro governo nella prossima legislatura”.