Calderoli ad Aosta: “Con la legge sulla montagna ridaremo dignità ai veri Comuni montani”

Il ministro per gli Affari Regionali ha presentato la legge sulla montagna e la nuova classificazione dei comuni montani. Critica alle tiepide richieste della politica valdostana in tema di statuto speciale: "La Lega è l'unico vero garante dell'autonomia".
Calderoli
Politica

Dare dignità alla montagna, destinare risorse alle aree realmente montane, contrastare lo spopolamento e garantire i servizi essenziali per vivere: famiglia, casa, impresa e lavoro. Questi i punti chiave del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, parlando con i giornalisti oggi, venerdì 26 settembre, prima dell’evento di chiusura della campagna della Lega Valle d’Aosta.

Al centro dell’incontro, la Legge per il riconoscimento e la promozione delle zone montane, in vigore dal 20 settembre. Un traguardo, secondo il Ministro, che pone finalmente la montagna al centro di un impegno concreto, testimoniato dall’aumento significativo dei fondi stanziati negli ultimi anni: “Nel 2021 le risorse erano di 6 milioni, quando il governo non era di centrodestra. Nel 2022 sono salite a 100 milioni. Dal 2023 fino ad oggi, a 200 milioni: il primo passo è stato mettere a disposizione fondi concreti, non solo promesse”.

La Legge, secondo Calderoli, rappresenta una vera strategia nazionale per la montagna, basata sul recupero della dignità dei territori e sull’accesso ai servizi fondamentali: “L’obiettivo è ridare dignità alle zone montane, che l’hanno persa, e destinare risorse a chi ne ha realmente bisogno, a partire dai diritti sociali come scuola, famiglia, impresa, ambiente e professioni montane”. Tra le misure previste ci sono il bonus bebè, il bonus casa per l’acquisto o la ristrutturazione della prima abitazione e un piano per riportare i servizi di base, contribuendo così a fermare lo spopolamento.

No fondi alla montagna fittizia

Il Ministro ha poi focalizzato l’attenzione su uno degli aspetti più controversi: la classificazione dei comuni montani. “Il colmo dell’Italia è che si utilizza ancora una classificazione del 1952, basata su criteri altimetrici e di dislivello discutibili, che identifica come montani il 55% dei Comuni, circa 4.500 – tra cui Roma, Bologna, Reggio Calabria e Palermo – mentre la geografia indica che sono solo il 35%”, ha detto.

Il nuovo impianto normativo punta a ridefinire l’elenco dei comuni montani in due fasi. La prima prevede un decreto attuativo entro 180 giorni per l’avvio della procedura; seguito da un secondo decreto che stabilirà i criteri altimetrici e di pendenza per individuare i comuni realmente montani. Fondamentale sarà poi la definizione di un elenco di parametri socio-economici per escludere territori che, in base al PIL, non necessitano di incentivi. “Non ha senso destinare risorse a Comuni già fortemente turistici o economicamente sviluppati”, ha aggiunto il Ministro.

Per quanto riguarda i finanziamenti, dei 200 milioni complessivi stanziati, 105 milioni saranno destinati a finanziare direttamente la legge, mentre i restanti 95 milioni verranno ripartiti tra le Regioni sulla base del numero di Comuni montani presenti sul loro territorio. L’obiettivo finale, ha spiegato Calderoli, è garantire un sostegno proporzionato alle reali esigenze di ogni territorio: “I risultati concreti arriveranno quando si avrà una valutazione precisa del fabbisogno di ciascuna zona”.

La Lega “unico vero garante dell’autonomia”

Nel chiudere il suo intervento, Calderoli ha posto l’accento sul rapporto tra Stato e Regioni a statuto speciale, sottolineando il disallineamento odierno tra l’impianto autonomista della Valle d’Aosta e la sua effettiva azione istituzionale negli ultimi anni. “Devo fare una considerazione oggettiva: in tre anni ho portato all’approvazione quindici norme di attuazione con altrettanti decreti legislativi; di questi, otto sono del Trentino, quattro del Friuli, tre per la Sicilia. Valle d’Aosta e Sardegna? Zero.”

Il Ministro ha parlato di “tiepide richiesteda parte della Valle d’Aosta, mettendo in evidenza il confronto con territori come il Trentino, che invece hanno esercitato con forza le loro prerogative: “Se si vuole ottenere qualcosa con lo Stato centrale, bisogna far sentire la propria voce, confrontarsi, essere presenti.” Per Calderoli, l’autonomia è un valore concreto, che va agito più che “parlato”: “L’autonomia è l’essenza della libertà, dell’identità, dell’essere padroni a casa propria. Ho letto una delle dichiarazioni di ieri del presidente dell’Union Valdôtaine, che ha detto di essere i veri difensori dell’autonomia, ma di voler parlare con tutti. Quando si parla di autonomia e di specialità, sinora c’è stata solo la Lega, che la difende in modo coerente, ogni giorno, anche a Roma”, ha concluso.

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