Si è conclusa a Sarre con l’europarlamentare Carlo Fidanza, vicepresidente esecutivo del Partito dei Conservatori e Riformisti Europei e capo delegazione dei parlamentari europei di FdI, la campagna elettorale di Fratelli d’Italia Valle d’Aosta. “Oggi celebriamo un anniversario importante – ha ricordato Fidanza –. Tre anni fa, esattamente il 25 settembre, il centrodestra vinceva le elezioni nazionali e Fratelli d’Italia diventava primo partito d’Italia”.
Al centro dell’incontro, moderato dall’onorevole Enzo Amich e aperto con l’inno di Mameli cantato da tutti i presenti, il tema della stabilità politica che per FdI continua a mancare in Valle d’Aosta e, secondo Fidanza, si può raggiungere solo cambiando il sistema elettorale: “Noi dobbiamo aspettare la riforma che auspichiamo da decenni: l’elezione diretta del Presidente della Regione che porterebbe inevitabilmente stabilità e porrebbe fine a questa stagione di sette presidenti in otto anni. C’è chi pensa di essere il padrone assoluto della Valle, la tiene sempre bloccata e poi, alla fine, per disperazione, fa accordi con il PD. Questa stagione deve finire: solo il centrodestra oggi può garantire stabilità” ha detto Fidanza.
Il tema della stabilità è tornato anche quando Amich ha chiesto a Fidanza come convincere la Francia a realizzare la tanto discussa seconda canna del tunnel del Monte Bianco. “Intanto bisognerebbe avere la stabilità in Francia…” ha commentato ridendo, per poi aggiungere “Oggi fra Italia e nazioni europee abbiamo un tale livello di interconnessione economico che non c’è da godere delle disgrazie altrui. Servirebbe invece un interlocutore stabile, capace di programmare, fare scelte strategiche con una visione e con cui pianificare degli investimenti. Le chiusure programmate per i prossimi anni sono lunghe e insostenibili e rischiano di creare un danno all’economia locale e al turismo”.
Più spazio rispetto ai temi locali è stato dedicato alle discussioni nazionali ed europee tra cui le politiche green. Fidanza ha criticato duramente la “sinistra sempre più estrema”, partendo dal caso di Ilaria Salis. “La sua è stata una candidatura che è servita a metterla al riparo da un processo che stava andando avanti per reati gravissimi. E’ stata arresta in taxi a Budapest mentre si accompagnava con dei signori reo confessi che avevano appena finito di spaccare il cranio a colpi di martello a tre malcapitati ed è stata fermata con a sua volta un martello nello zaino. Ora non spetta a noi fare il processo, spetta alla giustizia ungherese fare il processo per un reato molto grave: sono lesioni personali aggravate che potevano sfociare in un omicidio o più omicidi”.
Commentando gli scontri avvenuti il 22 settembre a Milano durante una manifestazione per la Palestina, Fidanza ha espresso solidarietà alle forze dell’ordine: “Non è stata una manifestazione spontanea. E’ stato un attacco coordinato in più città che ha avuto come obiettivo le infrastrutture, le stazioni, i porti, gli aeroporti”. Non si è invece parlato della manifestazione pacifica di Aosta che ha visto la partecipazione di circa 150 persone, principalmente insegnati e studenti.
Continuando sul tema del “crescente clima di odio” ha aggiunto: “Stiamo assistendo a un connubio preoccupante tra estrema sinistra organizzata e i cosiddetti ‘maranza’, giovani immigrati di seconda generazione non integrati che crescono separati e ostili rispetto alla società in cui vivono”. Nel corso della serata un applauso ha ricordato la morte Charlie Kirk che Fidanza ha commentato con amarezza: “per la sinistra se l’è cercata”.
In chiusura, l’europarlamentare ha riportato il dibattito sui temi locali, replicando a chi sostiene che il centrodestra rappresenti un pericolo per l’autonomia valdostana: “Per esempio nel caso del Trentino Alto Adige è stato fatto un accordo migliorativo di sviluppo dell’autonomia, naturalmente all’interno della cornice dell’unità nazionale, che per noi è sacra e inviolabile, ma di valorizzazione dell’autonomia che non deve essere isolamento. Allora, l’autonomia non deve essere la scusa per la gestione clientelare delle risorse spacciate per autonomia. L’autonomia deve essere rivolta ai cittadini e alle imprese non a non servizio di chi comanda”.