“Non consideriamo riproponibili i metodi di intervento adottati finora sul Casinò, troppo facile e semplice iniettare del denaro pubblico, senza risolvere i problemi alla base”. A dirlo a margine della conferenza stampa di Giunta l’Assessore alle Finanze, Albert Chatrian. “Ci sono anche altre strade dal lato economico e finanziario da prendere in considerazione, che magari non sono quelle dei soldi pubblici ma tramite partner privati”.
L'Assessore ha, quindi, ribadito di essere al lavoro assieme alla società "per trovare delle soluzioni sia all’attuale momento di emergenza sia di più ampio respiro”.
“Siamo attenti alle prospettive della casa da gioco e del suo indotto – ha spiegato Chatrian – I problemi non riguardano solo le famiglie del casinò, le principali energie vanno spese per guardare al futuro e alla difesa del lavoro di tante persone, per la rinascita di Saint-Vincent e della media valle”.
Chatrian ha poi chiesto la collaborazione di tutti, sindacati e lavoratori, al fine di poter fermare la procedura di licenziamento aperta nelle scorse settimane. “Abbiamo bisogno dell’elaborazione di proposte concrete da parte di tutti, anche dei sindacati. Serve la collaborazione anche dei lavoratori che hanno goduto per decenni di un buon posto di lavoro, ben retribuito con orari invidiabili e che sono ora chiamati ad uno sforzo di adattamento per salvare la società, lavorando di più, con maggiore impegno e spirito costruttivo”.
Sulla questione ha preso la parola anche il Presidente Marquis: “La nostra responsabilità è, nell’alveo normativo e nel rispetto della legge, di proporre delle soluzioni nel più breve tempo possibile per garantire solidità sotto il profilo patrimoniale e finanziario e poi una possibilità di rilancio. Tutto questo deve però passare attraverso un risanamento aziendale”.
Marquis infine ha voluto rispondere alla minoranza spiegando che l’emendamento presentato da Rollandin sulla Madia “non ha avuto fortuna, sono stato contattato due giorni fa dal sottosegretario alla funzione pubblica che mi ha detto che non era accettabile”.