Cinque poltrone per il Corecom: via libera dalle Commissioni

Il 27 luglio scorso il Consiglio regionale aveva ridotto la composizione del comitato a tre membri, oggi invece la I e la II Commissione hanno espresso parere favorevole al disegno di legge che riporta il Corecom a 5. Contrario il Pd.
Sede Corecom Vda
Politica

Il Corecom (Comitato Regionale per le Comunicazioni) torna ad avere cinque poltrone. Il 27 luglio scorso il Consiglio regionale aveva ridotto la composizione del comitato a tre membri, oggi invece la I e la II Commissione, riuntesi congiuntamente, hanno espresso parere favorevole, a maggioranza, con il voto contrario del Partito Democratico, sulla proposta di legge, presentata dai Consiglieri Diego Empereur, Francesco Salzone, Massimo Lattanzi, Leonardo La Torre e Patrizia Morelli, riguardante le modifiche alla legge regionale sul Corecom.

Secondo la maggioranza regionale e l’Alpe il ritorno al passato è da imputare al rispetto del principio della rappresentatività. Spiega Alberto Crétaz dell’Uv "l’allargamento del collegio è diretto a garantire un adeguato equilibrio e pluralismo nella selezione dei componenti. Tale misura consente di tutelare le prerogative della minoranza consiliare, a cui viene espressamente riservata la facoltà di selezionare almeno un componente. È importante sottolineare, poi, che le modifiche della proposta di legge sono ‘a costo zero’, senza pregiudicare le finanze pubbliche e nel pieno rispetto degli obiettivi di contenimento della spesa pubblica. L’allargamento del collegio, infatti, si accompagna a una riduzione proporzionale dei compensi da corrispondere a ciascun componente."

Contrario alla modifica della legge è invece il Partito democratico. "Il passo indietro sul numero di componenti – sottolinea Raimondo Donzel – risponde unicamente a logiche di lottizzazione e spartizione delle poltrone e non di efficace funzionamento della struttura Co.Re.Com., che a oggi risulta priva delle risorse umane e finanziarie per svolgere il proprio compito di controllo e vigilanza. "

Per il Pd è grave poi il fatto che "si sia negata la possibilità di audire i rappresentanti dell’organismo alla luce del documento inviato alla Presidenza del Consiglio che sollecitava un ripensamento rispetto all’ampliamento." Nei giorni scorsi infatti era arrivata sui tavoli di Cerise una lettera del Comitato regionale per le Comunicazioni nella quale si sottolineava come la scelta di ritornare a 5 membri "fosse in assoluta controtendenza rispetto a tutte le altre regioni italiane. Persino regioni di grandi dimensioni come il Piemonte e l’Emilia Romagna hanno ridotto a 3 il numero dei componenti, e pare davvero curioso che una regione piccola come la Valle d’Aosta abbia bisogno di 5 componenti".

 

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