Cogne, il comune risponde alla petizione sul trenino con un dossier

Il fascicolo “Cogne, la sua miniera e il suo trenino, tra passato, presente e futuro” fa il punto sulla riconversione del sito minerario e sul futuro della ferrovia del Drink, senza risparmiare alcune frecciate a chi vorrebbe rimettere in moto il trenino.
Politica

L’amministrazione comunale di Cogne risponde alla petizione sul trenino. E lo fa distribuendo alle famiglie residenti il fascicoletto “Cogne, la sua miniera e il suo trenino, tra passato, presente e futuro”.

Un documento di 20 pagine in cui l’amministrazione comunale fa il punto della situazione sulle iniziative di recupero intraprese per il polo estrattivo minerario e il trenino del Drink. “Riteniamo che alla base di qualsiasi scelta consapevole ci debba essere un’approfondita conoscenza dei problemi”, chiosano gli autori del pamphlet. Un’iniziativa volta quindi ad informare, ma anche a rispondere alla petizione sottoscritta da 683 cittadini e presentata alcune settimana fa al Consiglio Regionale.

Corredato di foto e di dati, il dossier è diviso in quattro capitoli. Si parte dalla rinuncia della concessione mineraria presentata dalla società titolare nel 2010, motivata dalla antieconomicità di una ripresa estrattiva, per ricordare l’impegno assunto dalla stessa Fintecna non solo di smantellare e metter in sicurezza le infrastrutture presenti, ma anche di farne spazi idonei ad ospitare attività turistiche e culturali. Segue una dettagliata descrizione degli interventi realizzati o in corso d’opera sito per sito. Vengono poi elencati i principali progetti di sviluppo dell’area ideati di concerto tra l’amministrazione comunale e regionale: la realizzazione di un polo museale minerario; il recupero e la riconversione delle abitazioni dei minatori; un collegamento alternativo a quello stradale tra Cogne e il Villaggio dei Minatori; la bonifica ambientale della vecchia discarica di Cretaz.

Quanto all’annosa questione del collegamento ferroviario Cogne – Acque Fredde, la relazione ricostruisce le motivazioni tecniche che hanno portato la Regione a bloccare il progetto della tramvia dopo oltre venti anni. “Il continuare oggi ad affermare con ostinazione e negando l’evidenza, che tutti questi studi non valgono nulla” si legge “ma affidarsi ad una tesi secondo la quale con 10 milioni di Euro sarebbe possibile mettere in funzione questo trenino, ci sembra un atteggiamento irresponsabile.” Così, pur attribuendo un ruolo fondamentale al collegamento tra Cogne, Pila e quindi Aosta, l’amministrazione comunale si rimette alla valutazione in corso da parte della Finaosta sulle diverse soluzioni adottabili.

Infine il documento non risparmia una bordata alla petizione “Per la difesa del bacino minerario di Cogne e del trenino del Drink”, che vedeva tra i primi firmatari l’ex sindaco Osvaldo Ruffier, responsabile agli occhi dell’attuale giunta di aver mistificato la realtà dei fatti. “Reputiamo comprensibile e condivisibile aver raccolto delle firme per una petizione che ribadisca quanto Cogne tiene al proprio patrimonio storico-culturale, alla rivalorizzazione della propria miniera e al Collegamento con Pila” si legge in un paragrafo evidenziato. “Reputiamo invece profondamente scorretto aver accompagnato la petizione con una lettera alla popolazione (..) in cui si affermava che bisognava firmare per evitare che l’Amministrazione Regionale smantellasse tutte le preesistenze minerarie di Cogne e chiudesse la galleria del Drink".
 

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