Comuni, sul riparto dei trasferimenti il Celva si divide

Il parere sulla deliberazione di Giunta Regionale è passata a maggioranza, con alcuni sindaci che si sono espressi però nettamente a sfavore. Sette alla fine i voti contrari e due astenuti.
Politica

Si è tornati a parlare di parametri di riparto fiscale all’assemblea odierna del Cpel, e sotto la lente del Consiglio Permanente sono finiti questa volta i trasferimenti finanziari senza vincolo settoriale di destinazione, i fondi cioè che saranno assegnati ai Comuni per l’anno 2014.
Una cifra che, nonostante il ridimensionamento del bilancio regionale, non ha subito tagli restando intatta rispetto allo scorso anno: “Abbiamo a disposizione 85.978.471 euro di trasferimenti senza vincolo da ripartire ai Comuni – spiega il Presidente Bruno Giordano – e 3 milioni di per gli investimenti. La percentuale di riparto, quindi, è analoga a quella del 2013”.
Un elemento positivo, non ci sono stati infatti tagli sul riparto agli Enti Locali, che comunque lascia l’amaro in bocca a diversi amministratori.

Il parere sulla deliberazione di Giunta Regionale infatti passerà a maggioranza, con alcuni sindaci che si sono espressi nettamente a sfavore: “Questo è un elemento che aveva delle criticità già in passato – interviene il Sindaco di Sarre Roberto Vallet annunciando il suo voto contrario – eredità di un governo centrale che ha determinato le scelte regionali. Sarre è un comune prettamente residenziale che ci obbliga ad inserire un’aliquota per la Tasi più alta, perché non è compensata rispetto al gettito Imu. Per i nostri cittadini la situazione è più pesante rispetto ad altri, e per loro voterò contro”.
Una situazione insostenibile per il Comune di Sarre che, da delibera, si vedrà traferire circa 2 milioni 298mila euro: “Per pareggiare l’Imu sulla prima casa – spiega ancora il Sindaco Vallet – abbiamo dovuto mettere l’Imu sulla seconda casa, Irpef e la Tassa di soggiorno. Non è facile spiegare ai tuoi cittadini perché pagano tutte queste tasse e non lo fanno nel comune vicino”.

A rincarare la dose ci pensa Paolo Cheney, primo cittadino di Saint-Christophe: “Anche il mio voto sarà contrario e la mia non è una posizione contro la Giunta regionale ma contro parametri che vanno rivisti e che non tengono conto dei servizi alla persona che i comuni mantengono”.
Problemi che si sommano tra di loro, come fa notare anche il Sindaco di Courmayeur Fabrizia Derriard: “Ci sono comuni assoggettati al Patto di Stabilità sul cui piatto lasciano tutto l’extra-gettito Imu. C’è una iniquità doppia verso i cittadini, penalizzati perché non lasciano sul territorio quello che pagano”.

A fare chiarezza alla fine è ancora Giordano, che non riuscirà comunque a convincere tutta l’assemblea: “Ci sono comuni numericamente importanti – spiega il Presidente Cpel – che rivendicano giustamente la loro importanza e piccoli comuni che ritengono questi parametri da rivedere. Questo parere favorevole non è però un ‘piatto servito freddo’, perché ci siamo chiesti a fondo se rivedere i parametri della legge 48 mentre stiamo realizzando la riforma delle autonomie locali. Il fatto importante è che nessun comune ha perso un centesimo rispetto al 2013, dato che molti sottostimano. Lo Stato ha deciso che per il 2014 i comuni continuino ad accantonare l’extra-gettito Imu, che per noi ha un valore di 13 milioni di euro che aiuterebbero non poco i bilanci, se soltanto ci lasciassero usare ciò che è nostro. Abbiamo chiesto ai comuni di tenere duro nel 2014 perché sarà un anno di necessaria e improcrastinabile riforma, e noi siamo qui assieme per far tenere il ‘sistema Valle d’Aosta’ e non per farci la guerra tra comuni più o meno ricchi o più o meno popolosi. Non si può essere nel sistema alla voce ‘prendere’ e chiamarsi fuori alla voce ‘dare’”. Un dare che, nei pensieri di Giordano, resta comunque un errore centrale basato su una profonda iniquità: “Noi corrispondiamo 168 euro a testa allo Stato – conclude il Presidente Cpel – compreso chi è ancora al Beauregard, rispetto ai 44 di Trentino e Sicilia. E non ho citato a caso due regioni a Statuto Speciale perché è chiaro l’aspetto discriminante della questione. Stimo però che nel 2015 la ripartizione cambierà, e che i valori della 48 saranno finalmente diversi”.
 

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