Consorterie: approvato il nuovo testo di legge, contestato dalle associazioni

Il disegno di legge, sollecitato dalle associazioni Autonomie Beni Comuni e Réseau des consorteries et des biens communs de la Vallée d'Aoste, che hanno preso parte in maniera attiva alla sua stesura, è stato modificato in III Commissione. Contestazioni anche da minoranza.
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Politica

Sollecitato dalle associazioni Autonomie Beni Comuni e Réseau des consorteries et des biens communs de la Vallée d’Aoste, che hanno preso parte in maniera attiva alla sua stesura, il disegno di legge sulle Consorterie divide il Consiglio regionale (18 voti a favore, 17 astensioni).
La minoranza accusa la maggioranza di aver snaturato il testo discusso in III Commissione, condividendo le contestazioni della stessa Associazione ABC VdA (Autonomies Biens Communs Vallée d’Aoste – Autonomie Beni Comuni Valle d’Aosta).

Secondo l’Associazione in particolare l’articolato “non riconosce all’ente rappresentativo delle consorterie – Réseau des consorteries – la legittimazione ad agire e interfacciarsi con l’amministrazione regionale per transitare le Consorterie dal vecchio al nuovo regime”. Il rammarico espresso dall’associazione riguarda poi “il mancato riconoscimento dell’autonomia organizzativa delle Consorterie, enti ormai privati, a favore di un’autoreferenzialità che si vuole mantenere nella sfera pubblica”. Critiche e preoccupazioni da parte dell’associazione anche per la scelta di assumere direttamente da parte della Regione la tenuta del Registro delle Consorterie.
Rimostranze a cui la maggioranza ha provato a rispondere con un ordine del giorno, che definisce i tempi di applicazione del Dl, definito però dalla minoranza “una presa per i fondelli”, “taccone” ma anche un “commissariamento dell’Assessorato”.  

Bocciati tutti gli emendamenti presentati dai gruppi Pcp e Lega Vda, che intendevano ripristinare il testo originario.

“Esprimiamo tutto il nostro sconcerto per la pessima gestione dell’intera vicenda, – evidenzia la consigliera Chiara Minelli –  che nell’arco di poche settimane ha visto la Giunta scaricare un buon disegno di legge, espressione di un processo virtuoso di lavoro partecipato, definito anche dai tecnici originale e particolarmente significativo, per poi arrivare a presentare per mano dell’assessore competente modifiche che sviliscono di fatto il lavoro faticoso degli ultimi anni da parte di tutti i soggetti coinvolti, ma in particolar modo delle associazioni impegnate in prima linea”.

Duro anche il commento di Erik Lavy della Lega Vda: “Oggi, ricondurre tutto nella Regione significa ripetere l’esperienza della legge del 1973, svilendo il ruolo delle consorterie. La legge, così come era stata presentata, doveva essere approvata all’unanimità, perché aveva principi sani e forti ma che gli emendamenti della maggioranza hanno rovinato tutto. Ancora una volta si rischia di rovinare un buon lavoro politicizzando un dibattito, dimenticando che di mezzo ci vanno degli enti che sono dormienti da anni e rischiano di morire.”

Prova a difendere l’articolato l’Assessore regionale all’Agricoltura Davide Sapinet: “Questo disegno di legge è il risultato di un iter tecnicamente e amministrativamente impegnativo sul quale la Commissione ha fatto una sintesi per mettere in sicurezza la norma: la questione è infatti di competenza della Regione, ma lo Stato con attenzione veglia sulle sue prerogative e non è molto benevolo. Per questo abbiamo introdotto degli emendamenti che danno origine a un testo forse meno forte e meno coraggioso della prima versione, ma che cerca di evitare contenziosi dannosi per i consorzi”.

Il disegno di legge approvato oggi riconosce in particolare le Consorterie, quali enti di diritto privato. “Oggi, molte di queste organizzazioni collettive si trovano purtroppo in una situazione difficile dal punto di vista gestionale e alcune delle loro proprietà sono parzialmente abbandonate.  – ha ricordato il relatore Albert Chatrian   Questo disegno di legge riveste notevole importanza: esso avvia infatti un processo di revisione della normativa regionale degli anni ’70 e mira a riportare i beni collettivi all’originario assetto naturale, in particolare restituendo loro tutta la loro autonomia statutaria e la loro natura di enti di diritto privato”.

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