“La Renaissance valdotaine – progetto per la Valle d’Aosta che vogliamo”. Il decalogo della minoranza, annunciato nei giorni scorsi, è sbarcato questa mattina in Consiglio regionale dove al momento i capigruppo di opposizione lo stanno illustrando ai colleghi di Uv e Stella Alpina.
Attraverso il documento programmatico di 7 pagine la minoranza spiega di voler “esprimere una forte volontà di cambiamento che, partendo dalle nostre Istituzioni, coinvolga l’intera società civile, e che possa riportare prospettive e libertà nella comunità, che veda idee, proposte e risorse unite con l’unico obiettivo del bene comune e della condivisione, e che combatta fermamente la degenerazione del sistema, l’interesse privato, i metodi e l’attuale visione e gestione personale, totalmente superata e inadeguata, che sta conducendo la Valle d’Aosta alla deriva e alla depressione economica, sociale e culturale”.
Le linee direttrici del governo del cambiamento partono quindi dal lavoro, dal Welfare e dall’equità sociale. “Proponiamo una nuova modalità di aiuto alle famiglie – scrivono le opposizioni – in grado di rispondere alle sempre più numerose criticità che la crisi economica impone anche ai cittadini valdostani.”
Autonomia responsabile ovvero riforma federalista che possa difendere il territorio e ripensamento del modello organizzativo della Pubblica amministrazione, nell’ottica della reale semplificazione. In particolare la minoranza parla della revisione della legge elettorale e della riduzione dei costi della politica per un risparmio minimo annuo di 700 mila euro.
Sulle partecipate l’obiettivo di Uvp, M5S, Alpe e Pd è la trasparenza negli incarichi e nelle consulenze. Inoltre si legge nel documento “non è opportuno che il Presidente della Regione ricopra incarichi ai vertici degli stessi, quali il forte di Bard e l’UNIVDA.”
Il programma prevede poi uno stop alle grandi opere quali l’Università, l’Ospedale, l’Archivio regionale e l’Aeroporto, una sanità di qualità e accessibile a tutti con una razionalizzazione degli assetti di vertice, un piano di rilancio dell’agricoltura di montagna, il rispetto del territorio con la valorizzazione e la riqualificazione del paesaggio, lo sfruttamento delle energie rinnovabili e una gestione dei rifiuti d’eccellenza.
Il programma passa anche dalla revisione del trasporto pubblico che “deve essere concepito come servizio ma anche come opportunità per i cittadini, deve agevolare la circolazione delle persone, delle idee e delle informazioni. “ In tal senso l’obiettivo prioritario rimane per la minoranza l’elettrificazione della linea ferroviaria e il raddoppio selettivo dei binari. Infine la minoranza parla di turismo come volano dell’economia e di sviluppo dell’educazione, della formazione e della ricerca.
Dalle linee generali agli obiettivi, sette in totale, per l’immediato. Nei primi 100 giorni la minoranza conta di: ridurre i costi politica con l’eliminazione dei contributi ai gruppi consiliari, il taglio alle indennità come da emendamento finanziaria; riformare le società partecipate con una proposta di legge che preveda il taglio agli emolumenti dei manager e dirigenti e l’istituzione della commissione speciale; di adottare una legge sul reddito minimo di cittadinanza; stoppare le grandi opere ovvero ai cantieri dell’ospedale e dell’università con il recupero immediato di fondi da destinare al rilancio della piccola impresa e dell’occupazione. Sempre nei primi 100 giorni la minoranza mette in campo la riforma della legge elettorale con la preferenza unica e lo spoglio di circoscrizione e la riforma degli enti locali, la predisposizione del piano per la gestione dei rifiuti e del Piano Investimenti straordinari per il lavoro.