Non si è trattato certo di un fulmine a ciel sereno, ma resta il fatto che la risoluzione con cui l’opposizione ha chiesto le dimissioni di Augusto Rollandin e della sua Giunta ha spiazzato la maggioranza e lo stesso presidente. Come avvenuto già diverse volte in questa legislatura, dai banchi di Union Valdôtaine e Stella Alpina si è levata la voce di un franco tiratore che, nel segreto del voto, ha nei fatti silurato l’esecutivo regionale.
Ma quali sono gli scenari che si aprono ora? E’ la legge regionale del 2007 che mette i paletti per l’elezione del presidente della Regione e degli assessori. Non è più sufficiente, dunque, che la maggioranza “vada sotto” per azzerare l’esecutivo regionale: così era successo con il ribaltone del 1990 quando sul voto per la sottoscrizione di capitale azionario per ripianare le perdite della Centrale Laitière l’Uv si era trovata all’opposizione e si era aperta la strada alla Giunta guidata da Gianni Bondaz.
La legge del 2007 prevede che il Consiglio regionale può esprimere la sfiducia costruttiva con una mozione che indichi il candidato alla carica di Presidente della Regione, il programma di governo, il numero e i nomi dei nuovi assessori.
Dall’aula del Consiglio Valle, però, è arrivata ieri un’indicazione chiara che ha ottenuto 17 voti favorevoli e 16 contrari (assenti giustificati per motivi di salute Giuseppe Isabellon, Uv, e Alberto Bertin, Alpe). La risoluzione sul Casinò chiede le dimissioni di Rollandin e della sua Giunta. Un fatto non secondario che in teoria potrebbe portare il presidente della Regione a rimettere il mandato senza passare per la “sfiducia costruttiva”. Anche in questo caso si potrebbero rimescolare le carte per arrivare alla formazione di una nuova maggioranza.
Ma trovare l’accordo per formare una nuova compagine di governo non è necessariamente così semplice e rimane in piedi l’ipotesi di elezioni anticipate, senza dubbio ‘un unicum’ nella storia valdostana dal dopo guerra.
All’orizzonte, per il mondo dei partiti e della politica nostrana, ci sono le elezioni europee del 25 maggio: un appuntamento in cui in cui sulla priorità della collocazione della Valle a Bruxelles rischia di prevalere la voglia di contarsi in attesa di ulteriori sviluppi.