Dalle Regioni un impegno, all’unanimità, per ridurre i costi della politica

La Conferenza delle regioni e delle province autonome ha votato ieri all’unanimità un documento nel quale si ritiene urgente procedere ad una “riduzione netta e significativa di tutti i costi della politica", a partire dalla riduzione delle poltrone.
Consiglio regionale
Politica

Sull’onda dello scandalo che ha investito la Regione Lazio, le Regioni ripensano ai tagli dei costi della politica. La Conferenza delle regioni e delle province autonome ha votato ieri all’unanimità un documento nel quale si ritiene urgente procedere ad una “riduzione netta e significativa di tutti i costi della politica, a partire, per le Regioni che non si sono ancora adeguate, dalla piena applicazione delle norme per la riduzione del numero dei consiglieri regionali”, la piena trasparenza dei dati sui costi di funzionamento delle istituzioni e dei gruppi consiliari e l’attivazione di procedure di controllo da parte della Corte dei Conti, anche sulle spese connesse ai costi della politica. Il documento, sul quale oggi le Regioni hanno continuato a confrontarsi, verrà consegnato in queste ore al Governo. A Roma ieri era presente anche il Presidente della Regione Rollandin il quale, interpellato stamane durante i lavori del Premio Saint-Vincent di Giornalismo ha sottolineato: “il problema è più complessivo e riguarda la diminuzione dei costi della politica: da qui ogni ente deve scegliere come ridurli, operando o sulle indennità o sul numero di consiglieri”.

Sul taglio delle poltrone, il documento fa riferimento al Decreto Legge n. 138 del 2011, ovvero l’ultima manovra del Governo Berlusconi, contro la quale molte regioni, fra cui la Valle d’Aosta, avevano presentato ricorso alla Corte Costituzionale, vedendosi peraltro riconoscere nel luglio scorso il principio secondo cui il taglio delle poltrone dovesse passare solo ed esclusivamente attraverso una modifica del proprio Statuto. Insomma gli scranni valdostani rimarranno 35 a meno che la Valle non decida il contrario.

Difficile quindi dire ora, se e quando, l’impegno di ieri entrerà all’ordine del giorno dell’agenda politica valdostana. Nei mesi scorsi tutte le iniziative in tal senso sono state rimandate ai mittenti. L’ultima, respinta nel marzo scorso a maggioranza, era stata avanzata da alcuni senatori del Pd e prevedeva un taglio di 8 poltrone. In quell’occasione Rollandin aveva sottolineato come “la riduzione dei Consiglieri non portava al contenimento dei costi della politica.”

A dicembre del 2011 a provarci erano stati il Partito democratico e il consigliere Enrico Tibaldi del Pdl. I primi si sono visti bocciare ben due testi, il primo che se approvato, avrebbe portato a 29 il numero dei consiglieri valdostani e il secondo, volto a ridurre a 6 il numero degli Assessorati. Tibaldi invece ha deciso di ritirare la sua proposta di legge dopo il dibattito in commissione. Peraltro il suo documento, che proponeva 21 consiglieri al posto degli attuali 35,  è quello che più si avvicina al diktat del Decreto Legge n. 138 del 2011, in base al quale in Valle dovrebbero rimanere più solo 20 poltrone e la cui piena validità è stata ribadita ieri dalla Conferenza delle Regioni.
 

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