Danni economici ma anche psicologici per i pendolari che si rivolgeranno al Giudice di Pace

L'azione promossa da alcuni pendolari d'intesa con la Federconsumatori è stata decisa dopo i continui ritardi, gli ultimi in ordine di tempo segnalatici da un nostro lettore. Nelle prossime settimane saranno presentati anche i risultati di un questionario
Una delle foto pubblicate sul gruppo di Facebook
Politica

Dopo le riunioni, “servite a poco o nulla”, gli utenti del servizio ferroviario Aosta-Torino hanno deciso di passare alle azioni legali. Stanchi dei continui ritardi –  gli ultimi in ordine di tempo denunciati da un nostro lettore, a cui è seguita la risposta dell’Assessore Marguerettaz –  i pendolari, riuniti in un Comitato e, d’intesa con la Federconsumatori, hanno deciso di rivolgersi al Giudice di pace.

“Le carte  – spiega Bruno Albertinelli della Federconsumatori – sono state preparate ieri sera con l’avvocato” anche se, precisa il Presidente ironizzando  “aspettavamo l’arrivo della rappresentante del Comitato pendolari che, ovviamente, arrivando in treno, non ha fatto in tempo a presenziare all’incontro”.

Il ricorso al giudice di pace contro Trenitalia sta diventando sempre più una pratica diffusa. “E’ recentissima – sottolinea Albertinelli – una sentenza del giudice di pace di Pavia che ha condannato Trenitalia ad un risarcimento per danno psicologico.” D'altronde altre vie al momento non sembrano possibili.  “Esiste – continua Albertinelli –  un regolamento di conciliazione ma solo a livello di trasporto interregionale”

Sul volantino che ha iniziato oggi a essere distribuito ai pendolari della tratta Aosta-Torino, l’azione legale viene spiegata come “una scelta maturata al fine di tutelare nei loro diritti i cittadini viaggiatori così fortemente dileggiati da Trenitalia". L’invito ai viaggiatori è di aderire all’azione legale. “Ad oggi – spiega la rappresentante del Comitato, Francesca Melagrana siamo in quattro/cinque persone ad aver deciso di recarci dal giudice di pace. In questo momento stiamo cercando di quantificare il danno. Ognuno di noi infatti sta facendo un resoconto personale di tutte le ore che ha dovuto recuperare e anche dei problemi incontrati sul lavoro che ovviamente sono legati ai diversi carichi di responsabilità. Il danno non è solo materiale ma anche di tipo psicologico. Abbiamo, ad esempio, maestre che quando i treni cominciano ad accumulare ritardi, entrano in totale panico perché sanno di lasciare scoperte le classi, con tutta una serie di conseguenze."

Nelle prossime settimane, saranno presentati i risultati di un questionario distribuito ai viaggiatori, sulla soddisfazione del servizio. “Il quadro che ne esce è ovviamente disastroso – sottolinea la Melagrana – ci chiediamo come il governo regionale possa discutere di grandi opere, come il metrò, senza includere in queste la ferrovia che, al momento, definirla tale, è davvero un eufemismo”

Vuoi rimanere aggiornato sulle ultime novità di Aosta Sera? Iscriviti alla nostra newsletter.

Articoli Correlati

Fai già parte
della community di Aostasera?

oppure scopri come farne parte