Chiamati a votare domenica 28 settembre, molti elettori valdostani, messi di fronte a una sola opzione, hanno deciso di annullare la scheda o di lasciarla in bianco. Accanto all’astensionismo, si tratta di un segnale che dovrebbe far riflettere diversi neo amministratori locali. Una protesta silenziosa, che nei 44 comuni con lista unica in questa tornata elettorale è risultata particolarmente evidente.
Per quanto riguarda l’affluenza, rispetto a cinque anni fa, il dato è stato rideterminato considerando anche gli elettori all’estero iscritti all’AIRE, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, così come deciso nel febbraio scorso dal Consiglio regionale. La stessa legge regionale, la 4 del 2025, ha inoltre previsto l’abbassamento del quorum per i comuni con lista unica dal 50 al 40% , per fronteggiare la crescente disaffezione dalla politica.
Senza questa modifica, solo per Courmayeur si sarebbe aperta la strada del commissariamento: l’affluenza nel comune ai piedi del Monte Bianco è stata del 46,54%, rideterminata poi al 47,89%, leggermente inferiore a quella delle regionali (50,53%). Cinque anni fa, quando il comune tornò al voto a novembre, con due liste a fronteggiarsi, era stata del 58,01%.
Oltre a chi ha scelto di non ritirare la scheda, ci sono gli elettori che hanno voluto manifestare dissenso lasciandola bianca o annullandola.
Ad Allein, lista unica guidata dall’Assessore uscente Andrea Diemoz, con pochi amministratori uscenti e molti volti nuovi, le schede bianche sono passate dal 6,06% del 2020 al 13,85% nel 2025, mentre quelle nulle sono salite dal 15,15% al 19,23%. Su 130 votanti, ben 43 hanno mandato un segnale al neo sindaco, eletto con 87 voti. Anche qui si nota uno scarto rispetto all’affluenza delle regionali, pari al 69,52%, mentre quella delle comunali è stata del 67,36%.
A Emarèse, il quarto mandato di Lucina Grivon è stato accompagnato da un 8,45% di schede bianche e un 13,38% di nulle. Cinque anni fa erano rispettivamente il 7,33% e zero. L’affluenza è stata comunque alta, pari al 72,82%, in calo rispetto al 78,53% del 2020 e al 74,35% delle regionali.
Anche a Fontainemore la scelta di Speranza Girod di lasciare la guida del comune a Riccardo Pession non sembra essere stata ben accolta dai cittadini: l’11,15% di schede bianche e l’11,15% di schede nulle (5 anni fa erano rispettivamente 9,45% e 2,91%) indicano una certa insoddisfazione. Dei 269 votanti, ben 61 hanno espresso preferenze diverse da quelle previste sulla scheda. L’affluenza alle comunali è stata del 73,30%, rispetto al 76,08% delle regionali.
Situazione simile a Torgnon, ai piedi del Cervino, dove il neo sindaco Massimo Poletti non ha ottenuto un plebiscito: su 340 votanti, 115 hanno lasciato scheda bianca (13,82% contro il 2,31% del 2020) o annullato la scheda (20% contro 3,8%). L’affluenza comunale è stata del 65,13%, inferiore al 68,35% delle regionali.
A Saint-Denis il fenomeno è ancora più marcato: cinque anni fa, con due liste tra cui scegliere, le schede bianche e nulle erano rispettivamente il 2,27% e il 5,3%. Domenica scorsa, su 216 votanti, 80 hanno lasciato la scheda in bianco (10,65%) o l’hanno annullata (24,34%).
La stessa Aosta merita un’analisi. Nel capoluogo regionale l’affluenza è calata di ben 7 punti percentuali rispetto alla scorsa tornata elettorale: nel 2020 era del 64,22%, mentre domenica si è fermata al 57,64%, il dato più basso degli ultimi dieci anni e un punto percentuale in meno rispetto alle regionali (58,58%). Numeri che lanciano un chiaro segnale in vista del ballottaggio del 12 ottobre: il successo delle due candidature dipenderà non solo dalle strategie dei contendenti, ma soprattutto dalla capacità di mobilitare quei cittadini che ancora decidono di restare a casa (Nda poco più di 5mila nel 2020 fra primo e secondo turno).
Una risposta
Interessante analisi. Però secondo me non è solo disaffezione per la politica, guardi Aosta per esempio. I cittadini si sono trovati di fronte all’alternativa secca di confermare il carrozzone che ha governato città in precedenza (e di cui molti non erano soddisfatti) oppure spostarsi di brutto e dare il voto a una coalizione fortemente connotata a destra, (nonostante che l’ammirevole candidato Sindaco abbia lodevolmente tenuto la barra al centro). Per tanti non è stata una scelta accettabile…