Se la direzione del Pd di ieri ha sancito la spaccatura interna, la decisione che ne è fuoriuscita mette a rischio la tenuta anche dell’alleanza autonomista e progressista. La riunione di ieri ha visto passare per pochi voti, dopo accese discussioni, una delle due linee del segretario, Fulvio Centoz: correre sotto il simbolo del Pd.
Una scelta ventilata agli alleati nei giorni scorsi che aveva iniziato a creare mal di pancia che oggi, a cose fatte, stanno diventando sempre più indigestioni. “L’Uvp – spiega la Presidente Alessia Favre – è venuta a conoscenza di questa decisione questa mattina. Siamo soddisfatti che il Pd riconfermi la validità dell’alleanza come alternativa al governo attuale ma non nego la titubanza sulla scelta di utilizzare il simbolo del Pd, evitando l’apparentamento. Non vorrei che questo fosse un escamotage al processo delle larghe intese”. I leoncini rimandano al Conseil de Direction la valutazione sulle azioni conseguenti alla scelta del Pd.
Non va tanto per il sottile invece Piero Floris di Alpe. “Qui con un colpo di spugna – spiega il segretario – si cancellano 3/4 mesi di lavoro. Il comunicato stampa dice No alle larghe intese ma non mi sembra che questo corrisponda al vero, cosi come sull’alleanza, più che confermarla, con questa decisione la si rinnega e si prendono le distanze da Alpe e Uvp”.
Anche per Alpe la strada da percorrere era quella dell’apparentamento. “La legge prevede questa soluzione e dal Pd nazionale c’era stato l’ok. Ci avrebbe consentito di rappresentare in Europa le esigenze e le particolarità della Valle d’Aosta progressista e di tutta la comunità alpina. Come forza autonomista respingiamo la proposta di inserire un nostro candidato nella lista del Pd”. Alpe si ritroverà già domani per decidere il da farsi. “In altre occasioni il Pd si era già comportato cosi, come in occasione delle elezioni comunali del 2010, quando andammo separati contro l’armata Rollandin e compagni. E’ una scelta pilatesca. Il loro dire no alle larghe intese non è altro che un modo per sviare l’opinione pubblica dai loro problemi interni”.
Difficoltà in casa Pd che potrebbero vedere la classica resa dei conti nell’assemblea in programma lunedì dove, a differenza della direzione, l’area che fa riferimento all’ex segretario Raimondo Donzel ha la maggioranza. “La direzione ha votato la linea da seguire. – ribadisce Centoz – A livello nazionale c’è un trend forte del Pd, mi sembra quindi che correre con questo simbolo, condividendo con Alpe e Uvp la scelta del candidato, possa essere la soluzione migliore. Sicuramente è una scelta che fa chiarezza perché in questi mesi ho visto troppe ambiguità e qualcuno giocare con dei secondi fini”.