‘Il partito democratico è tornato ai metodi del Pci degli anni Sessanta’

Gli ex diessini Piero Ferraris e Giulio Fiou sono da oggi anche 'ex' del Partito democratico. 'La mia espulsione dal circolo territoriale del PD - ha detto l'ex assessore all'Industria - ricorda metodi simili al 'colpirne uno per educarne cento'.
Giulio Fiou e Piero Ferraris
Politica

Si consuma l’atto finale di una querelle che ormai dura da molto tempo. In una conferenza stampa, Piero Ferraris e Giulio Fiou confermano la loro non disponibilità per le elezioni regionali e annunciano che la loro presenza nel Partito democratico è ormai impossibile, almeno a livello locale. “Il 13 marzo scorso – dice Ferraris – è stata comunicata la cancellazione del mio nome dal circolo territoriale del Partito democratico: la cosa assurda è che vengo espulso da un partito prima di essere iscritto”.

Contrasti, battibecchi e divisioni che hanno un denominatore comune: Giovanni Sandri. “La politica ostruzionistica in consiglio Valle – dice Giulio Fiou – portata avanti dal capo gruppo non costruisce nulla ed è in contrasto con quanto portato avanti da Walter Veltroni a livello nazionale”. Scelte sbagliate, come quella sui referendum istituzionali falliti, come le posizioni sul termovalorizzatore. “Credo che per la Valle d’Aosta – dichiara Ferraris – la priorità non sia l’annessione di Carema e Noasca, ma c’è chi ne ha fatto una crociata”.

E sulla conduzione del partito, i due consiglieri regionali non usano mezzi termini. Alle elezioni dei circoli territoriali del PD, secondo Ferraris, sono andate a votare meno di 450 persone e rispetto alle primarie è stato bruciato un patrimonio immenso. “Il segretario Raimondo Donzel mostra i muscoli – dice Ferraris – ma chi esaspera i toni perde. Solo nel Pci degli anni Sessanta si espellevano i dissidenti”.

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