Il PD chiude la campagna: “Il nostro voto è quello che conta”

Il Pd chiude la campagna elettorale con la capogruppo alla Camera Chiara Braga, ma esorta i candidati a continuare a convincere amici e parenti ad andare a votare: "Ogni voto può cambiare l'esito di questa partita difficile e complessa per la nostra regione".
Comizio Pd
Politica

Arrivati alla fine di una campagna elettorale, breve ma intensa, la stanchezza è palpabile. Se ne scusa Cecilia Lazzarotto, chiamata a moderare il comizio di chiusura del Partito Democratico ieri sera all’Hotel Omama, che in apertura presenta l’ospite – la capogruppo del Pd alla Camera Chiara Braga – confondendola con la collega Chiara Gribaudo. Risate e battute alleggeriscono la serata finale e il clima da vigilia del voto, a cui la sinistra questa volta arriva divisa.

Chiara Braga
Chiara Braga

La partita però è ancora tutta da giocare e il Partito Democratico ci crede. Dal microfono tutti gli interventi esortano i presenti a non mollare la presa nel rush finale, perché – ricorda il segretario Luca Tonino – “le prossime ore saranno fondamentali: sono le ore in cui si può fare la differenza con una chiamata a un amico, un vicino, un collega o un parente, spiegando e portando un voto. Ogni voto può cambiare l’esito di questa partita difficile e complessa per la nostra regione”.

Lazzarotto, sempre in apertura, richiama l’attenzione anche sulle modalità di voto: “Sarà una giornata di voto unico, ricordatevelo. Le comunicazioni nazionali riguarderanno le Marche, dove si vota su due giorni, e questo potrebbe creare confusione”. Importante anche il richiamo alle tre preferenze, di cui una di genere: “Fortemente voluta dal Pd e fondamentale per la nostra regione, dopo una legislatura che si è appena conclusa con solo tre donne su 35 consiglieri”.

Non sarà l’unica conquista rivendicata dal Partito Democratico durante la serata.
“Ci presentiamo con un’esperienza di governo importante – sottolinea Tonino –. Il gruppo del Partito Democratico e dei Federalisti è stato parte della maggioranza con le forze autonomiste. Non è stata un’esperienza sempre facile, ma significativa. Abbiamo dimostrato che si può tenere insieme l’identità valdostana e una prospettiva di riforme progressiste. Da qui vogliamo ripartire: la nostra autonomia speciale non è un feticcio né un fine a se stessa. È uno strumento da difendere, aggiornare e trasformare in valore, e deve sempre camminare insieme al progresso, alla giustizia sociale e all’innovazione. La nostra bussola è stata chiara: autonomia e progresso, non come slogan vuoti, ma come due pilastri che si rafforzano a vicenda.”

Tonino ribadisce poi lo slogan lanciato fin dalla presentazione delle liste: “Noi rifiutiamo la formula del voto utile. Ogni voto è utile, soprattutto in un momento in cui sempre meno persone vanno a votare. Ma il voto al Partito Democratico conta perché il nostro obiettivo non è la protesta, non è la testimonianza, non è restare ai margini a criticare chi governa. Il nostro obiettivo è governare: assumerci responsabilità, trasformare i principi in politiche concrete, i sogni in realtà quotidiana”.

Il nemico oggi più che mai è la destra, quella che a pochi passi dalla sede del comizio del Pd ha portato in piazza il generale Vannacci. “Abbiamo sentito parlare molto di novità e di cambiamento. – dice Tonino –  Ma di quale dignità stiamo parlando? La destra governa il Paese da anni, e per alcuni componenti della coalizione la ricetta ripropone sempre gli stessi schemi, le stesse priorità. Spacciato come nuovo, ci viene proposto poco alla volta come un progetto senza vera comunità, senza spazi di partecipazione, senza dare spazio alle energie nuove. La novità non è la destra. La novità siamo noi, anche se abbiamo già governato: non per i volti, ma per il metodo.”

Le sfide che attendono la Valle – sottolinea Tonino – “sono molte. Abbiamo detto con grande onestà che avremo di fronte tante difficoltà. Dobbiamo fare passi avanti sulla sanità valdostana, affrontare il tema dell’occupazione e della transizione ecologica, rilanciare il confronto con lo Stato centrale per difendere la nostra autonomia. Servono scelte coraggiose, anche impopolari. Oggi la paura delle difficoltà può condannare a un ruolo marginale. Noi invece ci poniamo l’obiettivo di governare questa Regione, assumendoci rischi e responsabilità. Il messaggio è semplice: il voto al Partito Democratico è il voto che conta.”

A snocciolare i risultati ottenuti nei 5 anni di governo sono poi intervenuti l’assessore regionale Jean Pierre Guichardaz e l’assessora comunale Clotilde Forcellati. Guichardaz ha ricordato il debutto della legislatura nel pieno della pandemia e i quasi 250 milioni di ristori alle attività economiche: “Abbiamo tenuto in piedi la cultura e il teatro, abbiamo consentito ai ragazzi di andare a scuola. Abbiamo scritto leggi progressiste, come quella sulle locazioni brevi, e introdotto la gratuità fino ai 25 anni per l’ingresso ai siti culturali valdostani. Un volta che il turismo è decollato e lo sport andava benissimo, c’è stato un rimescolamento e ci hanno detto: “voi, che siete di sinistra prendetevi l’assessorato all’istruzione”. Non è stato facile, ma abbiamo investito sui più fragili e portato lo psicologo in tutte le scuole superiori per tutta la settimana. Dall’anno prossimo arriverà anche alle medie. Abbiamo organizzato il Salone dell’orientamento, perché l’abbandono scolastico si combatte aiutando i ragazzi a scegliere bene”.

Forcellati mette in evidenza i risultati ottenuti ad Aosta (Nda presente al tavolo anche la candidata vicesindaca Valeria Fadda): “La nostra visione è completamente diversa da quella della destra. Essere al governo ed essere Pd significa investire in un momento di denatalità ai massimi storici in nuovi asili nido – i posti sono aumentati del 40% –, rivedere l’assistenza agli anziani, bandire la gara per Brocherel, riqualificare il Quartiere Cogne e aderire alla rete Sai. I nostri temi sono quelli di cui siamo fieri: politiche migratorie, pari opportunità, attenzione alle persone. Questo è il nostro progressismo”.

Parole riprese da Chiara Braga, che ha concluso il comizio: “Ogni voto conta. Non è vero che non cambia nulla. Abbiamo l’opportunità di migliorare la vita delle persone e di difendere i valori della democrazia. Questa campagna ha mostrato quanto il lavoro fatto insieme sia importante. La piattaforma programmatica costruita in Valle è parte integrante del nostro progetto politico nazionale”.

Essere progressisti, ribadisce Braga: “Significa difendere diritti e lavoro, introdurre il salario minimo, combattere i morti sul lavoro. Noi siamo un partito che ha una cultura dell’autonomia vera, radicata, non quella egoista della secessione leghista. L’autonomia deve essere un’opportunità di progresso, non una chiusura. Siamo diversi dalla destra che oggi governa. Una destra che rievoca messaggi inaccettabili, che parla contro le donne, contro gli immigrati, contro le minoranze. Una destra che resta indifferente di fronte a quello che sta accadendo a Gaza. Un Governo incapace di prendere posizione contro la violenza, di difendere i diritti umanitari”.

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