Il Pd sulle elezioni: “Bocciata la svolta a destra dell’Union”

"I problemi che sono sotto gli occhi di tutti: dal fallimento di molte grandi opere, all’esternalizzazione dei cantieri forestali, dall’assenza di una politica industriale e di sviluppo, alla crisi dell’allevamento e della zootecnia".
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Politica

Dopo il primo turno delle elezioni amministrative, anche per il Pd valdostano è arrivato il momento di analizzare i risultati ottenuti a livello nazionale, proponendo una riflessione anche sulla realtà locale.

“E’ emerso con forza che le elezioni sono state vinte dal centrosinistra – si legge in una nota diffusa oggi dal movimento – sempre più prima forza politica sul territorio nazionale, anche al nord. E’ stata completamente bocciata dagli elettori la prospettiva di destra, e quindi la scelta che anche a livello regionale l’Union Valdôtaine ha portato avanti con i problemi che sono sotto gli occhi di tutti, quali il fallimento di molte grandi opere (metrò, teleriscaldamento, aeroporto, ospedale, pirogassificatore), il fallimento dell’esternalizzazione dei cantieri forestali (che adesso bisogna arginare con interventi assistenzialistici), l’assenza totale di una politica industriale e di sviluppo, la crisi dell’allevamento e della zootecnia valdostana”.

La Direzione regionale del PD Valle d’Aosta auspica quindi, sia a livello regionale, sia a livello nazionale, che si arrivi a una “politica più sobria, riconfermando tutte le proposte di legge sui tagli ai costi della politica bocciate ottusamente dalla maggioranza”, caldeggiando un “intervento immediato del Parlamento per tagliare i finanziamenti ai partiti e ridurre il numero degli eletti”.

Il Pd rilancia anche su tempi molti discussi come il lavoro, con “proposte concrete volte ad arginare la disoccupazione e il precariato”, guardando anche ad una “riforma delle pensioni con una rimodulazione che affronti e risolva il problema degli esodati e la gravissima ingiustizia del ricongiungimento oneroso dei contributi previdenziali”.

Infine, sul piano politico, i due punti su cui lavorare in futuro, secondo il Partito Democratico riguardano “il federalismo, abbandonando gli estremismi ideologici della Lega per riattivare un rapporto diretto tra rappresentanti eletti e cittadini”, e la necessità di “approvare una nuova legge elettorale con due capisaldi: restituire ai cittadini la possibilità effettiva di scelta degli eletti in Parlamento; rafforzare il bipolarismo per garantire chiarezza e governabilità”.

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