“Il teleriscaldamento ad Aosta? Un’opera costosa, inutile e dannosa”

A dirlo è l'ingegnere Paolo Meneghini che questo pomeriggio è intervenuto sul tema durante una conferenza stampa organizzata dalla lista Pd-VdA Bene comune: "E' un grandissimo affare per chi lo realizza e lo gestisce, non per cittadini".
Paolo Meneghini e Raimondo Donzel
Politica

"Un investimento sciagurato, costoso, dannoso e inutile". Non ha utilizzato giri di parole, l’Ingegner Paolo Meneghini, per stroncare il progetto che prevede la realizzazione di un impianto di teleriscaldamento nel capoluogo regionale. Già esponente di Valle Virtuosa e oggi candidato per la lista "Valle d’Aosta-Bene Comune", Meneghini questo pomeriggio è intervenuto sulla questione in qualità di "tecnico", durante una conferenza stampa-comizio, organizzata presso la biblioteca di Viale Europa. "Si tratta di una forma di riscaldamento – ha spiegato Meneghini – che consiste essenzialmente nella distribuzione di acqua calda, surriscaldata o vapore, proveniente da una grossa centrale di produzione, che attraverso una rete di tubazioni arriva alle abitazioni con successivo ritorno alla stessa centrale. Un sistema che ad Aosta forse poteva avere senso 20 anni fa, quando il calore prodotto dalla Cogne era sufficiente. Oggi non è così: la rete di distribuzione si estenderà per oltre 47km e necessiterà di una centrale termica costruita ad hoc per funzionare".

In realtà, secondo Meneghini, "la realizzazione di questa centrale consentirebbe alla società Telcha, che si è vista affidare i lavori e la gestione senza una gara pubblica, di arricchirsi vendendo energia elettrica e incassando gli incentivi per la cogenerazione e per la produzione di energia da fonti rinnovabili". Ma anche dal punto di vista ambientale, l’ingegnere ha avanzato non pochi dubbi. "L’Arpa ha già detto che la realizzazione di questo progetto porterà ad un aumento dell’inquinamento", ha spiegato, aggiungendo che inoltre gli utenti "non ne trarranno alcun vantaggio economico: dopo una fase di lancio, in condizioni di monopolio la società finirà per imporre tariffe più alte dei sistemi tradizionali che operano in condizioni di concorrenza". E poi, la bordata finale: "La logica alla base di questo ennesimo sciagurato progetto è la stessa che sosteneva la realizzazione del pirogassificatore: arricchire alcuni a scapito della collettività".

Insomma, si pensa già ad un altro referendum? "Perché no", si è lasciato scappare Meneghini, anche se Raimondo Donzel, segretario regionale del Pd, ha subito corretto il tiro: "E’ prematuro parlarne, intanto cerchiamo di capire come può essere fermato il progetto". I lavori, in ogni caso, dovrebbero prendere il via a settembre. "La società ha bisogno di un certo numero di contratti per iniziare – ha spiegato Donzel – il primo passo quindi è dire no, quando l’impianto viene proposto nei nostri condomini". E l’alternativa, qual è? "Se questi 90 milioni di euro fossero utilizzati per riqualificare gli edifici esistenti e cambiare le vecchie caldaie il risultato sarebbe senz’altro più vantaggioso per i cittadini".  

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