Ingresso del PdL in maggioranza: la trattativa va avanti a singhiozzo

La Torre ha chiesto tempi certi per dare risposte ai potenziali alleati. Per Bongiorno “il PdL sta perfezionando un confronto costruttivo per definire strategie e tempi”. Ma sul fronte interno si allarga la polemica.
Lattanzi e Bongiorno
Politica

Una trattativa che è in una fase di stallo o che, nella migliore delle ipotesi, va avanti a singhiozzo. L’ingresso nella maggioranza regionale del Popolo della Libertà segue un percorso lungo e difficile e, al momento, la strada sembra tutta in salita. Nei giorni scorsi, Leonardo La Torre, capogruppo della Fédération Autonomiste in Consiglio Valle, ha chiesto agli altri due partiti dell’alleanza del centro autonomista – Union Valdotaine e Stella Alpina – di fare chiarezza, prospettando anche il tempo massimo di un mese per una risposta ai potenziali alleati.

‘Il PdL sta perfezionando, in pieno rispetto delle procedure politiche proprie delle singole forze, un confronto costruttivo per definire strategie e tempi di esecuzione di un ingresso in maggioranza’, rassicura oggi il coordinatore regionale del PdL, Giorgio Bongiorno.

Le parole di La Torre, però non sono andate giù a uno dei consiglieri regionali del partito di centro destra: “Il PdL – ha scritto ieri Enrico Tibaldi sul proprio blog – è tuttora forza politica di minoranza. Questo consigliere (stra)parla a nome proprio, esprime una voce isolata, perché non ha ricevuto alcun incarico di portavoce dallo stesso PDL e, tantomeno, di rappresentante pro tempore di un partito del quale nemmeno fa parte”.

Anche per Dario Frassy, altro esponente PdL, le parole di La Torre sono sembrate indigeste: “E’ sorprendente – ha dichiarato oggi in una nota – apprendere dai giornali che durante una riunione delle forze della maggioranza regionale il segretario di Federation detti l’agenda e le modalità alternative per l’ipotetico ingresso in maggioranza del PdL; sconcertante, infatti, è la sua ipotesi di un patto federativo tra Federation e PdL, di cui non se ne capisce affatto la ragione politica, sebbene se ne possa intuire l’utilità per qualcuno”.

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