“La Regione si impegni nella lotta alla mafia”

Gianni Rigo, Pd, ha chiesto che la Valle ‘adotti’ un bene confiscato alle organizzazioni criminali: in Piemonte sono 102 e in Liguria 26. Rollandin: “Abbiamo preso contatti con alcune amministrazioni e siamo disponibili”.
Il consigliere regionale del PD, Gianni Rigo
Politica

“Ancora una volta la recente operazione di polizia ha portato alla luce la presenza in Valle d’Aosta di soggetti riconducibili alle organizzazioni criminali di tipo mafioso e la quasi totalità riguarda la ‘ndrangheta” A lanciare l’allarme è Ganni Rigo, del Partito Democratico, che durante la seduta del Consiglio regionale di oggi, mercoledì 15 luglio, ha focalizzato l’attenzione dell’assemblea sul provvedimento di fermo applicato a una diramazione della cosca Nirta, coinvolta nella faida di San Luca. E facendo riferimento all’ultima relazione della Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata dice che sono otto le organizzazioni mafiose attive in Valle.

 “In questi anni – ha detto Rigo – la Regione, con i percorsi della legalità nelle scuole, si è impegnata per costruire sinergie politico culturali per diffondere messaggi contro le illegalità e i soprusi, per la cittadinanza e la solidarietà. Con questa interpellanza vogliamo verificare la possibilità di compiere un ulteriore passo avanti”. In sintesi la proposta è che l’amministrazione regionali si impegni con altri soggetti istituzionali nella gestione di un bene confiscato alle mafie. In Valle non ce ne sono, ma in Piemonte sono 102 e in Liguria 26. L’idea potrebbe essere, dunque, di trasformare una terra di mafia in un’azienda che opererà nel settore agroalimentare, vinicolo o in una fattoria didattica.

“Ci sono alcuni tentativi di infiltrazione ha risposto il presidente della Regione Augusto Rollandin – ma al momento non abbiamo casi eclatanti. Sull’uso di un bene confiscato, abbiamo preso contatti con alcune amministrazioni e noi siamo disponibili a un coinvolgimento, ma l’utilizzo  è legato alle decisioni dei comuni e quindi dobbiamo muoverci nel rispetto della loro autonomia e della loro competenza”.

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