La Stella Alpina riconferma i vertici del movimento

All'assemblea che si è svolta oggi, sabato 15 novembre, a Pollein, sono stati rieletti Rudy Marguerettaz alla segreteria e Maurizio Martin, alla presidenza.
Rudy Marguerettaz e Maurizio Martin
Politica

Il terzo Congresso del movimento della Stella Alpina, che si è tenuto oggi, sabato 15 novembre, riconferma in toto i vertici del movimento. Rudy Marguerettaz è stato riconfermato alla segreteria e Maurizio Martin alla Presidenza. Grazie ad una modifica statutaria il coordinamento regionale sarà composto da 70 persone.

Soddisfazione è trapelata dalle parole di Rudy Marguerettaz: “possiamo dire di aver raggiunto gli obiettivi che ci eravamo posti e – ha proseguito – con la Giunta Rollandin, fatemi dire finalmente, anche la Stella Alpina è presente nell’esecutivo regionale con l’assessore Marco Viérin. L’ingresso in Giunta non rappresenta certo un punto d’arrivo, ma non è neanche un punto di partenza”. E, in questo senso, sono i numeri a parlare: più di 800 sono gli aderenti a Stella Alpina. “Persone – ha spiegato ancora Marguerettaz – che non hanno semplicemente preso la tessera, ma apposto la loro firma in calce ai principi del nostro movimento”.

Presenti a Pollein i rappresentanti delle principali forze politiche e sindacali della regione. Comune è apparsa la preoccupazione nei confronti della crisi economica che si è abbattuta su tutto il mondo e che, per forza di cose, coinvolge anche la Valle d’Aosta. Preoccupazione è emersa per quanto riguarda il futuro dei giovani e, nello specifico, per l’ateneo aostano.

L’Università della Valle d’Aosta – ha affermato il Segretario Marguerettaz – deve essere di qualità. Non sempre si è seguita questa direzione. Oggi, è bene dirlo con chiarezza noi stiamo offrendo opportunità di studio ai giovani valdostani, sapendo già che, in molti casi, il titolo che conseguiranno non consentirà loro un’occupazione. Il “padrone” dell’Università della Valle d’Aosta – ha continuato – deve rimanere chi l'ha costituita, altrimenti si cede il passo ad altri poteri che affonderebbero il nostro ateneo nel giro di pochi anni".

 

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