La presentazione di liste, alle elezioni comunali, avulse dal contesto del paese interessato dal rinnovo degli organi istituzionali ha in Valle d’Aosta, al di là dei casi che hanno acceso il dibattito negli ultimi due giorni, (almeno) un precedente storico. Era il 1997, quando quattro enti locali della Valle il 25 maggio andavano al voto, “spaiati” dagli altri, a seguito di legislature interrotte anticipatamente, o periodi di commissariamento.
Si trattava di Arnad, Issime, La Salle e Valsavarenche. Proprio in quest’ultimo, dove la politica aveva creato rivalità nel comune – polarizzatosi sulle due liste “Ouahentze-Valsavarenche” (che candidava a sindaco Lina Peano e a vice Ilvo Berthod, primo cittadino uscente) e “Pour le Pays” (con Giuseppe Dupont in corsa come primo cittadino e Luigino Jocollé suo vice) – una terza compagine spuntò come un fulmine a ciel sereno.
Era, per gli enti locali di quella tornata, la prima applicazione della legge del febbraio 1995, che prevedeva l’elezione diretta di Sindaco, Vicesindaco e del Consiglio. La lista giunta inattesa aveva un nome che non richiamava il contesto territoriale: era denominata semplicemente “Rombo, cerchio” e il simbolo era fatto dalla sovraimpressione delle due figure geometriche. Oltre al candidato Sindaco e al Vice, schierava cinque candidati.
Nessuno di loro era residente in Valle e tutti erano originari di Reggio Calabria, o di Melito Porto Salvo. Nella memoria di chi vive in paese, l’episodio è oggi relegato tra i ricordi sbiaditi, anche perché sono effettivamente passati quasi trent’anni. C’è, tuttavia, chi ricostruisce che la presentazione rimandasse già allora all’ottenimento, per alcuni candidati dipendenti pubblici, ad aspettativa od altri istituti contrattuali per l’astensione dal lavoro in periodo elettorale. Però, certezze, oggi, non ve ne sono e la storia resta nella sua singolarità.
Il 25 maggio 1997, i 179 elettori di Valsavarenche andarono alle urne. In 80 premiarono “Ouahentze”, con Peano che divenne Sindaco (rimanendo in carica per più di un mandato). Il “tandem” Dupont-Jocollé si fermò a quota 72 preferenze e 10 furono le schede bianche, nessuna nulla. “Rombo Cerchio” totalizzò un risultato rotondo come la figura da cui prendeva il nome: 0. Nessun Ouhaèn o Ouhaentse mise la croce sul loro simbolo.
Pertanto, non conquistarono alcun seggio nel Consiglio comunale. Peano e Berthod, oltre a loro stessi, piazzarono sette consiglieri, mentre gli altri quattro andarono a “Pour le Pays”. Anche per l’assenza di conseguenze, la vicenda passò rapidamente nel dimenticatoio, ma resta a ricordare che se la democrazia ha delle regole, che vanno accettate, talvolta in esse trovano porte aperte anche interessi potenzialmente diversi da quello collettivo. E il legislatore (in questo caso, regionale) farebbe bene a tornarci su.