Metrò di Aosta: “quanti pagheranno un biglietto, piuttosto che camminare per un quarto d’ora?”
"Diciamo no al metrò, un no motivato: vogliamo dare la nostra alternativa con soluzioni immediate e meno costose". Carlo Perrin, coordinatore dell'ALPE, introduce la serata-dibattito sulla metropolitana aostana: "La stizza del presidente dell'UV verso il nostro movimento dimostra che l'ALPE preoccupa, soprattutto per la presenza dei cittadini. Preoccupiamo chi non ammette che si discuta e che si mettano in dubbio i contenuti del programma del centro-destra".
Un salone del Cral Cogne gremito ha ospitato l'incontro pubblico nel quale è stato analizzato nel dettaglio lo studio di fattibilità sul "sistema di trasporto a fune sotterraneo sull'asse nord-sud della città", che è "un metrò a tutti gli effetti", perché "avrà due carrozze per andata e ritorno da 50 posti" e, come ha spiegato il consigliere uscente Davide Bionaz, "è l'ideale dimostrazione del metodo del sì a tutti i costi sulle decisioni prese da qualcuno, che conosciamo bene".
L'unica linea, dalla telecabina Aosta-Pila all'ospedale, si svilupperà su 1200 di lunghezza ad un profondità di circa 12 metri, con fermata intermedia nel costruendo polo universitario alla caserma TestaFochi, o in Croce di Città: "Il grosso problema di Aosta – spiega Gianpaolo Fedi, consigliere dei Verdi – è effettivamente il collegamento sud-nord, ma pedonale e ciclabile, non sotterraneo".
"Lo studio di fattibilità della società Geodata di Torino – spiega Mario Vietti – prevede una spesa tra i 40 e i 50 milioni di euro, ma non prende in considerazione né i flussi di traffico potenziali, né i costi di gestione, né studi comparativi con altri mezzi di trasporto e altre soluzioni". Fedi si è soffermato sulla sostenibilità economica: "A piedi o in bicicletta, lo spostamento tra la telecabina di Pila e l'ospedale costa zero. In metropolitana si dovrà pagare un biglietto: quanti pagheranno, piuttosto che camminare per un quarto d'ora?". ALPE ipotizza un costo di gestione a passeggero, se questi saranno 3000 al giorno – "una cifra più che ottimistica", secondo Vietti – di quattro euro e mezzo.
"E' la politica del 'rosso più, rosso meno', che è già stata seguita per l'aeroporto", sostiene ancora Fedi. "E' un progetto tecnicamente irrealizzabile per il poco spazio e fallimentare per il conto economico. Se aggiungiamo il disassamento rispetto alla stazione dei treni e dei pullman, dalla quale il capolinea principale sarà a circa 300 metri, si capisce che il progetto non sta in piedi".
Prosegue Vietti: "Giordano ha detto che bisogna scavare per il teleriscaldamento, tanto vale cambiare fresa e anziché fare un buco da tre metri di diametro lo si fa di sei. In realtà, una fresa da sei metri di diametro è inutilizzabile perché avrebbe problemi ad avanzare nel caso incontri massi di medio-grandi dimensioni. L'alternativa è lo scavo a cielo aperto, che dovrà avvenire in ogni caso per le stazioni intermedie (1000 metri quadrati di spazio) e per i quattro camini di aerazione (300 mq)". Il cantiere principale, alla cabinovia di Pila, occuperà secondo lo studio 5000 metri quadrati.
L'alternativa? "Potenziare i collegamenti con i parcheggi esterni alla città – spiega Fedi – aumentando le zone pedonali e i percorsi ciclabili, rendere la tangenziale sud gratuita e collegarla con la città, costruire la metropolitana leggera sul tracciato esistente della ferrovia".
Il candidato sindaco Carlo Curtaz traccia il quadro finale: "Già quindici anni fa, nel programma del sindaco Thiébat, c'era il progetto per un sottopasso in via Bramafan, che avrebbe risolto i problemi di collegamento pedonale. Se il folle progetto del metrò, che molti cittadini considerano uno scherzo, andrà avanti, il turismo e il piccolo commercio cittadini moriranno, soffocati dai cantieri. Lo studio è a livello avanzato, sono stati spesi dei soldi: bisogna avere il coraggio di dire di no a progetti che non hanno senso".
"Il metrò è il metro della lungimiranza di chi dice che priorità è avere bel sito internet", dice Bionaz. "L'UV è andata a Roma per chiedere a prestito i tristi slogan romani – sostiene Curtaz – tra partito dell'amore e partito dell'odio. Ma noi vogliamo che Aosta torni a respirare, e siamo disposti a dire no alle opere inutili". Chiude un intervento dal pubblico: "Ho seguito il dibattito in consiglio regionale: su queste cose non c'è un'opposizione, a parte voi?".