“Avete tentato di scardinare i principi base della legge 42, sulla definizione condivisa del patto di stabilità con le regioni a Statuto Speciale e le Province autonome: solo un emendamento voluto a gran forza dalle Regioni interessate ha riaperto la possibilità di confronto per evitarci una doppia penalizzazione”.
Il deputato valdostano Roberto Nicco non avuto dubbi nello schierarsi contro la manovra, finanziaria, discussa e infine approvata ieri alla Camera.“Nel pieno di una crisi generale – ha dichiarato in aula – per impedire che le manovre bis, ter e quant’altre siano una fatica di Sisifo, di ben altra direzione politica avrebbe bisogno l’Italia, di un governo forte, affidabile, stabile e coeso, ovvero l’esatto contrario di ciò che oggi voi rappresentate”.
Già, perché secondo Nicco, il quadro dei conti pubblici definito “rassicurante” a luglio dal premier Berlusconi “si riferiva non all’Italia, ma ad un Paese immaginario. Da allora, in un percorso surreale, è seguito un incredibile affastellarsi di trovate estemporanee da parte di novelli apprendisti stregoni in campo economico: dal tentativo di fare cassa colpendo le pensioni, o infierendo sui piccoli comuni, neanche fossero la causa del debito pubblico del Paese e non, come noi invece crediamo, cellule di base della nostra democrazia e, nelle realtà montane, presidio ineliminabile del territorio. O, ancora, colpendo un mondo agricolo già in palese difficoltà”.
Ma l’intervento del deputato non si è fermato qui. “Per non parlare del balletto sul contributo di solidarietà per i redditi medio-alti, vi sono subito tremati i polsi, o dell’inserimento di norme quali quelle contenute all’art. 8 che non incidono per nulla sul pareggio di bilancio e inaspriscono invece, forse volutamente, lo scontro sociale. Insomma, c’è di che rimanere allibiti e sconcertati”.