Più di 300 mila euro sono stati spesi nelle varie fasi di progettazione e 70 mila euro l’anno vanno via in affitto per gli uffici disseminati qua e là, ma secondo undici sindaci su tredici la nuova sede unica della comunità montana Grand Paradis non s’ha da fare. Questa dovrebbe sorgere nel centro di Villeneuve, demolendo l’attuale palazzo Cogne, e dopo ben sette tentativi, nel 2011, la Regione aveva dato l’ok a un finanziamento Fospi di 4 milioni di euro per la sua costruzione. "Ai comuni interessati resterebbe da mettere 20 mila euro ciascuno", afferma Roberta Quattrocchio, unico sindaco della comunità montana contrario alla scelta, presa lo scorso 27 giugno, di fermare tutto.
Sugli enti locali, da ormai qualche anno, tira aria da fine del mondo ed è bastata questa impressione a spingere gli altri sindaci della comunità, in prima fila Luciano Saraillon, Franco Allera e Mauro Lucianaz, a bloccare la gara d’appalto per assegnare i lavori della nuova sede. Con una lettera, inviata al Fospi, al presidente regionale Rollandin e all’assessore ai Lavori Pubblici Viérin, gli undici primi cittadini hanno voluto prima chiedere lumi sul futuro delle comunità montane, oltre che sull’effettiva possibilità di congelare i quattro milioni di euro di finanziamento.
Ad oggi però non è arrivata nessuna risposta e il tempo utile per assegnare i lavori scorre. Roberta Quattrocchio, ha messo in fila una serie di obiezioni sul modo di muoversi dei suoi colleghi. "In quella lettera della Grand Paradis al Fospi si prevedeva una decisione definitiva sul futuro degli enti locali entro la fine della scorsa estate – ricorda Quattrocchio – io mi chiedo come fanno degli amministratori a pensare che la Regione, tra la pausa estiva e il fatto che si avvicina la fine della legislatura, riuscisse a prendere delle decisioni del genere".
Riforma degli enti locali: “Il processo è ancora lungo”
"Per abolire le comunità montane in Valle d’Aosta bisogna modificare una legge regionale e aprire un tavolo tra gli enti locali – spiega Quattrocchio – non è una cosa che si fa in quindici giorni". "Qualcuno qui si immagina che con le delibere di Giunta regionale si possa fare anche il caffé la mattina", ironizza il sindaco, che davanti al consiglio comunale ha riferito di una prima riunione del Celva, avvenuta giovedì scorso, 27 settembre, proprio su questi argomenti.
"E’ stato un workshop sulla spending review del governo – racconta Quattrocchio – se si dovesse applicarne l’articolo 19, quello che parla di accorpamento dei comuni e di abolizione delle comunità montane, sarebbe sicuramente una bella mannaia per gli enti locali". Secondo il sindaco, però, il processo è ancora lungo: "la Regione non ha impugnato questo articolo e si spera perciò che non sarà applicato, in ogni caso per ora si è soltanto deciso di aprire un tavolo tecnico tra i sindaci e di cominciare a formulare le prime proposte".
Pronta una risoluzione per far ripartire i lavori
Tornando a Villeneuve, minoranza e maggioranza hanno deciso di preparare una risoluzione comune "che evidenzi come all’ordine del giorno non ci sia nessuna riforma degli enti locali e sottolinei le spese già affrontate per la progettazione della nuova sede". Sulla sua utilità, il consigliere di minoranza Clemente Dupont aveva ricordato come "ci sono 150 dipendenti che lavorerebbero comunque negli uffici per le gestioni associate e quindi un posto dove metterli serve lo stesso". Quattrocchio poi ha concluso ricordando che "il paese rischia un grosso danno, abbiamo costruito un parcheggio pluripiano in previsione di questo edificio".
"Si rischia di far passare i 150 giorni di tempo utili per l’assegnazione dei lavori – ricorda il capogruppo di minoranza Cristiano Florio – aspettando una risposta su una procedura, quella del congelamento, che non si sa neanche se è legittima". "Se dovessimo perdere questo treno – conclude Florio, nell’assenso generale – faremo un fascicolo da consegnare alla Corte dei conti".